2015-04-19 09:54:00

Lettera pastorale del vescovo di Plymouth sulle vocazioni


La sfida che la Chiesa deve affrontare oggi non è la mancanza di vocazioni quanto, piuttosto, la carenza di risposte alla chiamata di Dio: così, in sintesi, mons. Mark O’Toole, vescovo di Plymouth, nel Regno Unito, scrive nella Lettera pastorale che verrà distribuita ai fedeli il 26 aprile, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. “Dio continua a chiamare i fedeli – sottolinea il presule – ma molti di essi non sono in grado di comprendere la Sua chiamata. E quando una vocazione rimane senza risposta, è triste non solo per chi non risponde, ma anche per tutta la Chiesa che perde, così, un suo sacerdote”.

Vocazione è il sentirsi progettati per Dio
Mons. O’Toole descrive, quindi, la vocazione come “il sentirsi progettato per Dio ed il voler rispondere a tale disegno in un modo concreto, attraverso il servizio agli altri”. In questo senso, sottolinea il presule, “il Signore invita ciascuno di noi a seguirlo” nel disegno che ha in serbo per noi, “sia esso il matrimonio, il sacerdozio, la vita religiosa o, semplicemente, il vivere con generosità nei confronti degli altri”.

I genitori sostengano le vocazioni in famiglia
Ricordando, poi, che “Dio, nella sua provvidenza, dà alla Chiesa tutti doni di cui ha bisogno”, il vescovo di Plymouth si rivolge ai genitori, esortandoli a “non limitare l’orizzonte dei figli chiedendo loro solo cosa vogliono diventare da grandi”, ma ad aggiungere anche un’altra domanda fondamentale: “E cosa pensi che Dio voglia che tu sia?”. “Dobbiamo aiutare i nostri giovani – aggiunge il presule – a guardare oltre la carriera e la professione ed a rispondere alla chiamata di Dio ad essere santi, sia che questa santità vada vissuta nel matrimonio, sia nel sacerdozio, nel diaconato permanente, nella vita religiosa o nel servizio agli altri”. Questo perché, continua la Lettera pastorale, “nel battesimo, tutti siamo chiamati alla santità di vita”.

Senza sacerdoti, non c’è Chiesa
Infine, mons. O’Toole sottolinea che “la vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa è una chiamata ad una forma radicale di discepolato che aspira a seguire da vicino” i precetti e gli esempi evangelici, una sfida particolarmente urgente “nel contesto della cultura contemporanea”. Di qui, l’invito a “supportare” la scelta vocazionale, affinché non rimanga inascoltata, perché “senza sacerdoti non c’è Messa e senza Messa non c’è Chiesa”. Ed è per questo che “le vocazioni sacerdotali sono interesse di tutti”. (I.P.)








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