2015-04-17 13:39:00

Bologna, leader interreligiosi pregano insieme per la pace


Ebrei, islamici e cristiani per la pace. Ieri sera, a Bologna, un incontro ha visto le tre comunità religiose pregare insieme sull’esempio di quanto accaduto nei Giardini Vaticani lo scorso 8 giugno, alla presenza di Papa Francesco, del Patriarca ortodosso ecumenico, Bartolomeo I e dei presidenti di Israele, Shimon Peres, e dello Stato di Palestina, Abu Mazen. Da Bologna, Luca Tentori:

Un gesto controcorrente rispetto alla cronaca degli ultimi mesi, che vede la violenza esplodere in nome della religione. Una preghiera comune per chiedere la pace, un abbraccio fraterno. Ieri sera, a Bologna, un centinaio di rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste presenti in città si sono ritrovati nel giardino della residenza vescovile. Ad accompagnare l’incontro, brani della Bibbia, del Corano e delle differenti tradizioni spirituali. L’invito era partito proprio dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, che così ha espresso le sue preoccupazioni su quanto sta avvenendo nel mondo:

“Siamo arrivati ancora una volta a disprezzare talmente Dio da farne uso per uccidere l’uomo. E a disprezzare talmente l’uomo da fargli credere che Dio è in fondo inutile per la sua vita. Noi, figli di Abramo, che questa sera qui ci siamo ritrovati, vogliamo che questo cammino sia interrotto, che l’uomo riconosca il suo Signore. Che l’uomo riconosca in ogni uomo l’immagine di Dio, che l’uomo sia per ogni uomo 'res sacra', una cosa santa. Cosicché, acquisiamo la consapevolezza che ogni violazione della dignità di una persona umana ha il carattere anche del sacrilegio”.

A riprendere le sue parole, al termine della preghiera, anche il coordinatore della comunità islamica locale, Yassine Lafram:

“Oggi, abbiamo bisogno più che mai di maggior comunicazione. Oggi, il dialogo non è più un’opzione, non è più una cultura stagionale. Oggi, il dialogo è qualcosa di necessario. Abbiamo bisogno di parlarci, abbiamo bisogno di conoscerci, abbiamo bisogno di stringerci le mani, abbiamo bisogno di riconoscerci l’uno nell’altro e di riconoscere l’uno e l’altro. Altrimenti, rischiamo di fare il gioco di quelli che vogliono male, di quelli che ci vogliono vedere nemici, di quelli che ci vogliono vedere gli uni contro gli altri”.

“Shalom! Pace!” è il saluto ebraico che augura ogni pienezza a quanti si incontrano lungo il cammino. A spiegarne il senso il rabbino capo della città, Alberto Sermoneta:

“Parlare di pace non è mai stata una cosa semplice. Da quando il mondo fu creato in tutto il suo immenso splendore e perfetta armonia, l’uomo – seppur fatto a perfetta immagine e somiglianza divina – ha dimostrato invece la propria precarietà, adottando atteggiamenti e comportamenti troppo spesso contenziosi con i propri simili. Nel corso della storia dell’umanità, più volte abbiamo ascoltato da parte degli uomini pronunciare la parola pace, ma altrettante volte, purtroppo, essa è stata macchiata con il sangue delle guerre”.








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