2015-04-16 13:22:00

La minoranza Pd: non siamo finiti. Con noi lo storico Giovagnoli


"Non ho visto una ritirata della minoranza Pd, ho visto un'idea di combattimento". Così Pier Luigi Bersani sull’assemblea del partito di ieri sera che ha dato il via liberta alla legge elettorale, anche se la minoranza non ha votato. Renzi comunque si è detto soddisfatto di come è andata la votazione. Alessandro Guarasci ha sentito lo storico e politologo Agostino Giovagnoli:

R. – La determinazione di Renzi ha ragioni profonde e ha anche una logica politica stringente, anche perché l’opposizione a Renzi è vasta ma anche confusa …

D. – Però così – Renzi lo ammette – il governo è a rischio. La legge elettorale vale un governo che comunque sta cercando di portare avanti delle riforme?

R. – Diciamo che dal punto di vista di Renzi, si tratta di un rischio calcolato. Naturalmente, lui lo persegue nella convinzione di riuscire a vincere, e in ogni caso in effetti la posta in gioco è molto alta, perché è una legge che cambia il sistema politico italiano e quindi potrebbe prospettare per molti anni un nuovo tipo di sistema politico con il suo partito, “il  partito di Renzi”, io lo chiamerei a questo punto, al centro del sistema per molti anni …

D. – Però questa legge elettorale comunque ha sollevato polemiche. C’è chi dice: un Parlamento di nominati e un Senato con poteri in sostanza quasi uguali a zero. Lei che cosa ne pensa?

R. – Le riforme renziane sono brutte riforme, perché sono fatte male: sono fatte di fretta e sono fatte, direi, tecnicamente in modo infelice. Nel caso del Senato siamo in questa fattispecie. Detto questo, però, credo che la questione di fondo sia un’altra: la questione di fondo è che è in gioco l’assetto politico generale, è in gioco il bipolarismo … Oggi mi colpisce che è uscito il libro di Romano Prodi in cui critica il partito della nazione di Renzi, sostenendo che è incompatibile con il bipolarismo, o almeno con il bipolarismo che ha in mente Prodi. Lo stesso giorno, da quello che si capisce, Renzi invece insiste sul fatto che il suo progetto porta al bipolarismo, anzi, addirittura al bipartitismo. Io credo che abbia ragione Renzi a dire che l’Italicum porta al bipolarismo o forse anche al bipartitismo; però è un bipolarismo molto pericoloso, perché l’alternativa al Pd già in futuro è un partito come potrebbe essere quello di Grillo, cioè un partito anti-sistema. Quindi l’alternativa ad un partito europeo, un partito anti-europeo, rischia di essere molto destabilizzante per la situazione italiana.

D. – Appunto: anche perché manca tuttora anche in Italia una destra moderna, conservatrice di stampo europeo …

R. – Manca. E forse potrebbe non nascere più. Cioè, non è scontato che ci sia un futuro un’alternativa destra-sinistra, perché ormai le parole “destra”-“sinistra” sono molto logore. Renzi coglie lo spirito dei tempi, portando al centro il partito democratico, e questo naturalmente è causa di grandi malumori nell’area ex-diessina. Però, è proprio per questo, proprio perché non c’è più un’alternativa chiara destra-sinistra, che l’alternativa rischia di essere quella fra sistema e anti-sistema, e quindi questo è alla lunga insostenibile per una normale alternanza di governo.








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