2015-04-16 14:00:00

Israele. Chiesa maronita: polizia inerte per attacchi ai cimiteri


“Sono state danneggiate più di 19 fra tombe e lapidi, hanno rotto diverse croci. Il custode del cimitero ci ha subito informati di un attacco che ci ha sorpreso, anche se non è il primo”. È quanto afferma all'agenzia AsiaNews mons. Soussan Salim, vicario generale dell’arcieparchia di Haifa e Terra Santa dei Maroniti, commentando il nuovo attacco avvenuto ieri contro il cimitero maronita di Kufr Birim, villaggio nel nord di Israele, poco distante dai confini con il Libano. Nel Paese si verificano da tempo episodi di violenze contro chiese, cimiteri, conventi o edifici sacri, spesso perpetrati da fondamentalisti ebraici. “È la settima volta - aggiunge il leader della Chiesa maronita - che il cimitero è preso di mira, sei negli ultimi 10 anni. E la polizia non ha mai individuato i responsabili”.

Estremisti israeliani contro cristiani e musulmani
La polizia ha aperto un fascicolo di inchiesta contro ignoti, dopo aver ricevuto la denuncia di alcuni abitanti della zona che parlano di lapidi “spezzate e sparpagliate” in diversi punti. Kufr Birim è un villaggio palestinese i cui abitanti furono cacciati dalle forze israeliane nel 1948, sei mesi dopo la nascita dello Stato di Israele, e che da allora non hanno più potuto fare ritorno. Nel 1953 il villaggio è stati quasi in toto raso al suolo dall’esercito di occupazione. Dietro il raid vi potrebbero essere i coloni israeliani, che hanno colpito un nuovo luogo di culto cristiano - ma nel mirino vi sono anche moschee e luoghi di culto musulmani - secondo la logica del “price tag”. Il “prezzo da pagare” è un motto utilizzato dagli estremisti israeliani, che minacciano cristiani e musulmani per aver “sottratto loro la terra”. Un tempo il fenomeno era diffuso solo nelle aree al confine con la Cisgiordania e a Gerusalemme, ma oggi si è esteso in gran parte del territorio.

Ferma condanna dell'episcopato di Terra Santa
Sulla vicenda si è espressa anche la Conferenza episcopale di Terra Santa, con una ferma condanna per la profanazione del cimitero maronita. “Ieri si è tenuta una riunione di emergenza dei sacerdoti maroniti e il loro vescovo - racconta il leader cristiano - e come prima risposta si è deciso sabato 18 aprile di celebrare una messa per i morti del villaggio le cui tombe sono state profanate”. Vi sarà anche, aggiunge, “una fiaccolata che partirà dalla chiesa e si concluderà al cimitero”. Una forma di protesta ferma, ma pacifica “contro quanto è successo”. “Non è compito nostro - avverte mons. Salim - interpretare la vicenda e dire se vi sono elementi religiosi o politici”. Tuttavia, conclude, “siamo consapevoli che se l’autorità israeliana vuole scoprire i responsabili ha di certo i mezzi per farlo. Forse manca il desiderio o la volontà di farlo; e noi vogliamo giustizia”.  

La visita del patriarca maronita Beshara Rai
​In Israele vi sono circa 11.400 cattolici maroniti. Lo scorso anno il card. Bechara Rai, patriarca della Chiesa maronita, ha compiuto uno storico viaggio in Terra Santa, durante il quale ha visitato anche il villaggio di Kufr Birim; il porporato ha chiesto aiuto, perché gli abitanti originari del villaggio possano fare ritorno nella loro terra. Il 14 aprile scorso il Presidente israeliano Reuven Rivlin ha incontrato i vertici della Chiesa nella Città Vecchia, a Gerusalemme, assicurando il massimo impegno delle autorità nella lotta contro le violenze e i crimini a sfondo confessionale. (D.S.)








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