2015-04-16 13:12:00

A Roma, preghiera di pace per i cristiani in Medio Oriente


“Non sappiamo quando la via crucis dei cristiani in Medio oriente avrà fine”, così Ignace Youssef III Younan, patriarca della chiesa siro-cattolica durante la preghiera della pace che si è svolta nella parrocchia di Santa Maria ai Monti. Riunite insieme la comunità ucraina, quella siriaca e quelle degli altri Paesi tormentati dalla persecuzione e dalla guerra. L’iniziativa è stata promossa dal Centro per la cooperazione missionaria tra le chiese e l’Ufficio per la pastorale delle migrazioni della diocesi di Roma. Il servizio di Michele Raviart:

“La pace sia con voi”. Le parole di Gesù agli Apostoli dopo la Pasqua guidano la preghiera per i cristiani perseguitati e le vittime della guerra. Iraq, Siria, ma anche Ucraina - rappresentata dalla folta comunità che si ritrova nel quartiere romano di Monti – Nigeria e Kenya. “Senza l’ossigeno della pace l’uomo muore e solo chi vive la pace dentro di sé può darla agli altri”, dice mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma, che spiega le iniziative della diocesi dell’Urbe in favore dei nuovi martiri cristiani:

"In questi mesi ci sono state due priorità. Una è stata la preghiera, per cui quasi mensilmente le chiese del centro si sono ritrovate con le comunità siriache e irachene per pregare per la pace e continuare quello che ci chiese il nostro vescovo. Tutti si ricordano la veglia che Papa Francesco organizzò a settembre di due anni fa proprio per la Siria. Poi, ci sono alcune iniziative di solidarietà. La diocesi di Roma ha mandato queste colombe per la pace che hanno coinvolto tutta la città. Abbiamo sostenuto alcune iniziative di accoglienza per i profughi. E so anche di altre iniziative molto concrete, per esempio dal mandare matite, quaderni… Non dobbiamo dimenticare che la preghiera protegge e che anche la solidarietà non è fatta mai soltanto di grandi cose ma di quei segnali che fanno sentire amati, ricordati, e chi è nel buio della guerra sa quanto questi messaggi hanno valore enorme".

In particolare è stata ricordata la tragedia di Aleppo, in Siria, devastata in questi giorni da nuovi bombardamenti. “Quello che è successo ad Aleppo nel periodo tra la Pasqua cristiana e la Pasqua ortodossa è stata una vera apocalisse”, ha affermato il vescovo armeno-cattolico della città, mons. Boutros Marayati, che aggiunge “mai abbiamo visto una guerra così sporca, la gente continua a scappare. Ci sentiamo abbandonati come Cristo sulla croce”. Il patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssef III Younan, lancia poi un appello alla pace rivolto ai Paesi dell’Occidente:

"Noi vogliamo ripetere ciò che diciamo già da molto tempo, già dall’inizio della crisi: per favore, cercate di convincere tutte le parti a un vero dialogo di riconciliazione e basta mandare le armi, perché tutte queste armi andranno a finire nelle mani di ciò che è chiamato 'Stato islamico', dei terroristi. Abbiamo bisogno di sforzi sinceri e onesti per la pace”.

“Da secoli siamo là e siamo perseguitati solo per essere fedeli alla nostra fede in Gesù Cristo”, ha concluso il patriarca.








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