2015-04-15 14:26:00

Padre Lombardi: il cardinale Tucci, religioso esemplare


Il cardinale Roberto Tucci è stato sempre un esempio per i suoi confratelli gesuiti, come ricorda - al microfono di Roberto Piermarini - il direttore della nostra emittente, padre Federico Lombardi:

R. - Devo dire che è stato un religioso esemplare nella sua vita di preghiera, nella celebrazione dell’Eucarestia, nell’inserimento della vita comunitaria. Dai suoi confratelli è sempre stato rispettato ed amato ed era perfettamente inserito nella vita del suo istituto religioso anche quando i suoi impegni – affidatigli dal Papa – lo chiamavano spesso a viaggiare e ad essere assente.

D. - Padre Tucci ha avuto un ruolo importantissimo nel Concilio Vaticano II …

R. - Sì, allora padre Tucci era il giovane direttore della Civiltà Cattolica. È stato chiamato ad essere uno degli esperti del Concilio ed ha collaborato ad alcuni dei documenti importanti; ricordiamo in particolare la Gaudium et spes. Ma ha avuto anche un ruolo molto importante nella comunicazione del Concilio, perché era una delle persone di collegamento, di fonte di informazione per i giornalisti che dovevano dare informazioni sul Concilio. Tucci ha svolto questo compito con grandissima intelligenza ed equilibrio e da questo punto di vista tutti i giornalisti che seguirono il Concilio Vaticano II lo ricordano con grandissima stima per il servizio che aveva saputo fare. Alla Civiltà Cattolica lui era un grande direttore, nel senso che non scriveva molti articoli, non teneva molte conferenze, non  faceva molte interviste; però aveva una cultura vastissima, leggeva molto e sapeva distribuire i compiti  e, soprattutto, dare spunti di riflessione, materiali di documentazione ai suoi collaboratori in un modo straordinario. Di questo, tutti i suoi collaboratori gli sono stati estremamente grati perché ha permesso loro di svolgere un lavoro molto intenso, ricco e informato. Ricordo in particolare l’equipe dei gesuiti, un po’ suoi coetanei, che venivano anch’essi dalla provincia napoletana della Compagnia di Gesù, padre de Rosa, padre Caprile - che ebbe un ruolo fondamentale nell’informazione sul Concilio proprio appoggiandosi a padre Tucci - e il padre Rulli, oltre agli altri membri del collegio della Civiltà Cattolica che conservano il ricordo di un grande direttore.

D. – In che modo padre Tucci viene ricordato come direttore della Radio Vaticana?

R. - Alla Radio Vaticana il suo servizio fu, in qualche  modo, limitato nel tempo, perché relativamente dopo pochi anni gli fu chiesto di essere l’organizzatore dei viaggi di Giovanni Paolo II e questo poi occupò la maggior parte del suo tempo e della sua attenzione pur continuando per tutto il tempo - anche durante il suo servizio come organizzatore dei viaggi - ad essere presente nell’ambiente della radio con grande discrezione, ma anche con una grandissima capacità di darci consigli con una presenza saggia e amata che ci ha accompagnato veramente per tantissimi anni e di cui siamo estremamente grati.

D. – Che cosa ha rappresentato per il Pontificato di San Giovanni Paolo II la collaborazione di padre Tucci per i viaggi apostolici?

R. - È stato un lavoro, un servizio di importanza primaria per il pontificato di Giovanni Paolo II. Sono stati un centinaio i viaggi all’estero organizzati da padre Tucci con la collaborazione di Gasbarri e di altri, ma fondamentalmente con la  responsabilità di padre Tucci. Quindi credo che per il pontificato di Giovanni Paolo II questo sia stato un servizio fatto con discrezione, con grande fedeltà, rispettava con grandissima attenzione ogni cenno di volontà, di desiderio di Giovanni Paolo II perché potesse essere realizzato. Nello stesso tempo, doveva in qualche modo proteggerlo dalla valanga di richieste -spesso anche non appropriate - che naturalmente giungevano da ogni parte quando si organizzavano i viaggi. Quindi ha saputo dimostrare con grandissima fedeltà, con semplicità, con grandissima intelligenza e con capacità di rapporti con i governi, con i nunzi, con le diverse componenti ecclesiali, la messa a punto di programmi di viaggi che sono rimasti storici e che hanno permesso  a Giovanni Paolo II di svolgere un aspetto fondamentale del suo ministero per la Chiesa in tutto il mondo e per i popoli di tutto il mondo. Per questo Giovanni Paolo II gli è stato certamente molto grato; anche il cardinalato è stata una sua maniera di manifestare questa gratitudine e questa stima per un uomo di grandissima cultura che, in fondo, aveva sacrificato la sua attività e la sua dimensione di carattere culturale e comunicativa ad un servizio di tipo organizzativo, però di estrema importanza e delicatezza.








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