2015-04-14 15:10:00

Sostegno politico alla Tunisia: una delegazione in Italia


Una delegazione di esponenti della società civile tunisina è in questi giorni in Italia, incontrerà rappresentanti del parlamento, del governo e della società, per chiedere sostegno politico italiano ed europeo nella delicata transizione democratica tunisina. La visita è coordinata dalla "Rete Euromediterranea dei diritti umani". Il servizio di Elvira Ragosta:

Quattro le tematiche su cui i rappresentanti della società civile tunisina chiedono sostegno: la transizione politica in atto nel Paese che nel 2011 ha inaugurato le "primavere arabe", la sicurezza dopo l’attentato terroristico al Museo del Bardo, la politica sulle migrazioni da e verso la Tunisia e i diritti economici e sociali sui quali influirebbe il Trattato di libero scambio Aleca, che l’Unione Europea ha cominciato a negoziare sulla Tunisia. Su quest’ultimo aspetto, si sofferma Lilia Rebai, responsabile del progetto Ue-Tunisia della Rete Euromeditteranea dei diritti umani:

“Comment un petit agriculteur tunisien qui a des problèmes…
Come può un agricoltore tunisino, che ha un problema serio di acqua e che non ha formazione e non ha servizi, concorrere con le grandi multinazionali europee e internazionali? La stessa cosa per la questione dei servizi: come si può pretendere che, ad esempio, un imprenditore tunisino che guadagna un appalto possa portare i suoi lavoratori tunisini in Europa, sapendo che non ci sono legislazioni di accesso al territorio? Maggiore trasparenza quindi per questi trattati e soprattutto una dimensione di principio: non si può parlare della libertà di movimento dei beni, se non si parla della libertà di circolazione degli esseri umani”.

Messaoud Romdani, vicepresidente del Forum Tunisino per i diritti economici e sociali, lancia l’ipotesi di una Commissione mista, composta da rappresentanti dei governi tunisino e italiano e delle società civili dei due Paesi per far luce sui casi dei tantissimi tunisini scomparsi nei naufragi del Mediterraneo Sulla questione, abbiamo ascoltato Raffaella Bolini, della Rete Euromediterranea dei diritti umani:

“Verità e giustizia rispetto a quegli scomparsi non è solo un dovere nei confronti delle famiglie che li hanno persi, ma anche il modo per cercare di togliere acqua al mulino di chi vuole costruire sentimenti e rancori antieuropei e antioccidentali, cosa questa che aiuta la produzione di terrorismo. Ci vuole un piano globale e coerente per la Tunisia: questo è quello che proveremo a fare in questi giorni, cercando di istituire un meccanismo di raccordo permanente con la società civile tunisina, che nel suo Paese attualmente conta molto e può influenzare le politiche, come sta già facendo, del parlamento e delle istituzioni”.

La visita della delegazione tunisina è coordinata dalla Rete Euromediterranea dei diritti umani - un network composto da 80 organizzazioni, istituzioni e personalità di 30 Paesi della regione - che sta portando avanti un progetto pilota di 18 mesi in Tunisia, per mobilitare la società civile nel quadro delle relazioni tra Tunisia e Ue.








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