Aprire alle modifiche sull'Italicum o il Pd rischia di spaccarsi davvero. Area Riformista, la corrente di minoranza del Pd che nei giorni scorsi ha lanciato un appello per la modifica della legge elettorale, ha deciso: all'assemblea del gruppo dem in programma domani sera voterà contro l'Italicum se il premier-segretario dirà no alle modifiche richieste. Ma Renzi sembra contrario a qualsiasi modifica. Giampiero Guadagni:
Si allarga il fronte del no all'Italicum, la riforma della legge elettorale basata sull'accordo dello scorso anno tra Renzi e Berlusconi. Anche l'ala più dialogante della minoranza del Pd, quella che fa riferimento a Bersani, annuncia che all'assemblea del partito di domani voterà no se il premier segretario non aprirà alle modifiche richieste. Il nodo centrale, secondo i dissenzienti, è che il combinato disposto Italicum-nuovo Senato porterebbe ad un presidenzialismo di fatto senza i necessari contrappesi. Francesco Boccia, della minoranza Pd, propone a differenza di quanto stabilito nel documento economico e finanziario di approvare contestualmente, entro luglio, legge elettorale e riforme costituzionali per arrivare a una mediazione politica che eviti lacerazioni. No unanime all'Italicum anche da Forza Italia, che chiede il premio alla coalizione e non alla lista e l'entrata in vigore solo dopo le modifiche costituzionali. Ma Renzi non intende fare marcia indietro. E conferma che entro l'anno sarà portato a termine quello che definisce il grande processo di riforma del paese: riforma costituzionale, legge elettorale, fisco, pubblica amministrazione, lavoro e giustizia. Un programma peraltro che l'Europa sembra guardare con favore.
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