2015-04-13 10:02:00

Rapporto Caritas: i padri separati, vittime della povertà


Le situazioni di povertà sono sempre più complesse e mutano nel tempo. È quanto ci dice il Rapporto sulle povertà 2014 della Caritas Diocesana di Rimini,presentato nei giorni scorsi. I dati raccolti sul territorio ci dicono che il numero delle persone in difficoltà è diminuito perché molti stranieri sono rientrati in patria, Tuttavia emergono nuovi soggetti italiani in difficoltà,come i padri separati.Lo conferma al microfono di Federica Bertoluccidon Enzo Gradara, Direttore della Caritas Diocesana di Rimini.

R. – Noi tutti gli anni facciamo un rapporto sulle povertà, ma anche sulle risorse della città.  Il Rapporto di quest’anno fa emergere una leggera diminuzione delle presenze di coloro che vengono in Caritas, che potrebbe far pensare ad un rallentamento della crisi. In realtà, questi numeri si giustificano dicendo che sono diminuiti gli immigrati e aumentate le persone italiane. La crisi non è cessata, ma anzi per alcuni aspetti si è aggravata.

D. – Quali sono le principali difficoltà che queste persone affrontano e come Caritas in che modo cercate di aiutarli?

R. – Sono venute ai nostri centri di ascolto più di 7 mila persone. Naturalmente si cerca di mettere in atto anche delle piccole, ma a volte significative, strategie per affrontare le cause della crisi. Ad esempio, a Rimini si è costituito un fondo per il lavoro, lanciato su idea della Caritas. Hanno aderito, già più di un anno fa, le istituzioni, ed anche aziende, banche e privati naturalmente, e sono stati raccolti più di 300 mila euro. Se un’azienda, cioè, dice “Io ho un posto”, una persona che noi abbiamo contattato attraverso i nostri centri di ascolto viene inviata e l’azienda che l’assume - la deve assumere però per minimo un anno – ha delle facilitazioni finanziarie. Attualmente, dopo un anno, sono già state avviate 45 persone. Stiamo per avviare anche l’emporio, che vorrebbe essere un passo ulteriore dopo la borsa della spesa che viene data alle famiglie in difficoltà, cioè un negozio grande dove le persone vanno per prendere gratuitamente ciò di cui hanno bisogno e che permette poi anche ad alcuni di loro di poter diventare volontari all’interno delle strutture. Quindi, coinvolgere persone che in questo momento hanno bisogno, e che possono però anche dare qualcosa di proprio, permette alle aziende di distribuzione alimentare di destinare una parte delle eccedenze oppure di quello che sta per andare in scadenza e non destinarle al macero.

D. – Il tema di quest’anno è “Uomini soli e famiglie sofferenti”, quindi la crisi economica e sociale che sfocia in esclusione…

R. – E’ certamente una situazione particolare quella della crisi che stiamo vivendo, che ormai si protrae da molti anni e che coinvolge le persone come sempre senza fissa dimora, in difficoltà perché hanno avuto problemi familiari e quindi sono separate. Le famiglie vengono poi contattate anche direttamente dalle Caritas parrocchiali.  








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