2015-04-13 14:35:00

Bullismo in crescita tra le ragazze. Grasso: serve maggiore impegno


“Occorrono più norme antibullismo ma anche più dialogo”. Queste le parole del presidente del Senato, Pietro Grasso, durante il convegno in occasione della presentazione del progetto “Non più bulli e cyberbulli”, promosso tra gli altri, dal Ministero per l’istruzione. Perché questo fenomeno è in costante aumento tra i giovanissimi? Federica Bertolucci lo ha chiesto alla pedagogista Barbara Baffetti, promotrice del Progetto “Rispettiamoci” a cura del “Forum Famiglie dell’Umbria”.

R. – In questo tempo è un fenomeno sempre più presente nei luoghi dove i ragazzi vivono. Perché? Perché c’è una fragilità emotiva ed affettiva dei ragazzi in genere, che faticano a trovare degli strumenti giusti per raggiungere, in un’età difficile come quella adolescenziale, un equilibrio e un’armonia nella relazione con gli altri. Questa fragilità spesso si declina nell’assunzione di ruoli rigidi. Pensiamo, quindi, al ruolo del bullo: è una risposta aggressiva alla propria fragilità, alla fatica di inserirsi nella relazione con gli altri in modo armonioso ed equilibrato. E l’altro ruolo è quello della vittima, di chi risponde con una fragilità, incapace di ribellarsi a quello che gli sta accadendo o di denunciarlo.

D. – Come descrivere invece il cyber bullismo?

R. – Il cyber bullismo non è altro che una proiezione amplificata di tutto questo. I nostri ragazzi, i nostri figli, vivono le loro relazioni nelle chat e nei “social” con un amplificarsi del fenomeno che sfugge ai ragazzi stessi, perché sfugge l’idea del concetto di confidenzialità del privato. Non conoscono più la linea che separa il pubblico dal privato e quindi anche ciò che per pudore è da vivere nell’intimità.

D-. – I dati ci dicono che il fenomeno del bullismo è in costante e preoccupante aumento, soprattutto ad opera di ragazze. Perché?

R. – Sì, le statistiche in questo momento prendono in esame il bullismo al femminile. E’ un po’ come se il bullismo al femminile fosse la risposta negativa – e sottolineo negativa – di una voglia di affermazione di forza del mondo femminile, delle nostre ragazze scimmiottando un pò il peggio del maschile.

D. – Si parla di varie forme di bullismo…

R. – Di forme di bullismo ce ne sono tante. Negli ultimi tempi si fa un gran parlare del bullismo omofobico, indubbiamente un bullismo che va combattuto con forza, ma non è l’unica forma di bullismo, è una delle tante. C’è proprio una fatica ad accettare la differenza in genere. A volte, semplicemente, perché l’altro non si veste come noi viene emarginato fino a forme più estreme di bullismo, in una società che invece è sempre più differenziata. Educare alla differenza, alla ricchezza delle differenze è fondamentale in questo contesto, se vogliamo combattere il bullismo.

D. – Oggi c’è un giusto approccio al bullismo, cioè viene introdotto in termini corretti nelle scuole?

R. – La scuola è uno dei luoghi dove ci sono le maggiori manifestazioni di bullismo. La scuola - diciamo - tenta di rispondere con le sue risorse. Dovrebbe proporre percorsi nuovi, che aiutino veramente i ragazzi a trovare quegli strumenti per confrontarsi con l’altro nelle relazioni. Vengo adesso da un’esperienza proposta dal Forum regionale dell’Umbria - il progetto “Rispettiamoci”, che abbiamo portato nelle scuole di Perugia. I ragazzi hanno una gran voglia di bellezza nelle relazioni, di incontrare l’altro in maniera veramente bella e profonda, ma fanno fatica a trovare gli strumenti. Il progetto “Rispettiamoci” nasce con questa volontà: di proporre ai ragazzi gli strumenti per integrare tutte le dimensioni della persona e di confrontarsi con l’altro, chiunque esso sia.   








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