2015-04-12 15:12:00

A Roma grande successo per il festival del fumetto


Dal 9 al 12 aprile è tornato a Roma il festival del fumetto, dell’animazione e dei games. Il Romics compie 17 anni e continua ad ampliarsi con appuntamenti in cui si incontrano il divertimento, l’arte e la cultura. Alta l'affluenza di pubblico.  Il servizio di Corinna Spirito:

E’ stato un grande omaggio alle eccellenze italiane l’edizione primaverile del Romics 2015, il festival del fumetto, dell’animazione e del gioco. A cominciare dalle matite premiate con i Romics d’oro: Gipi, il primo autore di comics candidato al premio Strega, l’autrice Disney Silvia Ziche e Bruno Brindisi, a cui si devono indimenticabili interpretazioni di Dylan Dog, Tex e Diabolik. Ma anche nella sezione dedicata al cinema, la musica non cambia. Si è parlato sì di grandi produzioni americane, ma gli ospiti sono stati gli artisti italiani che hanno contribuito a creare i “Blockbuster” d’oltreoceano. La direttrice artistica del Romics, Sabrina Perucca, li ha scovati per l’occasione.

“Cinzia Angelini è un’animatrice che ha lavorato, per esempio, sul nuovo film dei “Minions” che uscirà proprio quest’estate, ma ha lavorato anche a “Principe d’Egitto”, a “Spirit”: parliamo di titoli importantissimi; e Marco Nio che come art director e production designer, ha lavorato per “Titanic”, “Troy”, “Master and Commander” … insomma, parliamo di titoloni … E anche Marco D’Ambros che ha fatto diverse produzioni per “Double Negative”, quindi anche “Happy Feet 2” … Anche in questo campo, ci sono cervelli in fuga e noi speriamo che prima o poi ci siano anche grandi produzioni da noi, in modo che ritornino in Patria. Noi, in Italia, abbiamo veramente livelli altissimi di preparazione e i nostri artisti sono richiestissimi!”.

Tanto spazio anche al gioco, a cui questa volta è stato dedicato un intero padiglione. Perché il videogame è svago, ma anche cultura, come ha spiegato ancora Sabrina Perucca:

“Nel videogame c’è una grandissima impronta artistica, cioè c’è tantissima animazione. Quindi, sono vere e proprie opere d’arte e diciamo che c’è un mondo da scoprire. Certo, appunto, non bisogna esagerare come in tutte le cose, ma dietro c’è anche tutto un mondo di storie, di passione”.

Tanto divertimento dunque, ma anche un’occhiata al sociale, grazie a un’iniziativa, volta a ricordare il disastro nucleare di Fukushima, che Sabrina Perucca ha presentato in conferenza stampa: le bambole Okiagari Koboshi:

“Sono bamboline di cartapesta, sono giochi tipici della zona di Fukushima che, se gettate a terra, tornano sempre in piedi. Questo è un progetto fondato da Kenzo – lo stilista – che ha chiamato prima artisti francesi, poi spagnoli, poi pian piano italiani e giapponesi, di tutto il mondo, per creare ciascuno la propria Koboshi. Quindi è proprio un’iniziativa di solidarietà artistica – ora sono arrivati a circa 300 Koboshi – che alla fine, dopo aver girato il mondo verranno donate, nel 2017, alla popolazione di Fukushima, in Giappone. A Romics sono in esposizione oltre 150 Koboshi disegnate da mangaka (illustratori), mentre una parte viene esposta nell’Istituto di Cultura giapponese, sempre qui a Roma. Tra le Koboshi ci sono quelle di Monkey Punch, che è il creatore di “Lupin III”, quella di Leiji Matsumoto che è il creatore di “Capitan Harlock”; e anche noi abbiamo coinvolto tanti artisti italiani, quindi Paolo Barbieri, che è un grande illustratore, Bruno Brindisi, Bruno Bozzetto, l’attore Lillo … Tutte queste Koboshi continueranno a viaggiare nel mondo per poi approdare a Fukushima”.








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