2015-04-11 12:38:00

Papa a Vertice Americhe: non lasciare briciole ai poveri ma pace e giustizia


Collaborare per un nuovo “ordine di pace e giustizia”, fondato sulla solidarietà tra i popoli. E’ uno dei passaggi del messaggio indirizzato da Papa Francesco ai leader dei Paesi, che sono riuniti a Panama per il VII vertice delle Americhe. Il testo è stato letto dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che ha preso parte al Summit, nel quale ha avuto luogo la storica stretta di mano tra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il presidente di Cuba, Raul Castro. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Non lasciare le briciole ai poveri, servono azioni concrete
“Non è sufficiente sperare che i poveri raccolgano le briciole che cadono dalla tavola dei ricchi”. Papa Francesco usa un’immagine forte per scuotere i leader dei Paesi del Continente americano e osserva che anche laddove si è “sperimentato un forte sviluppo economico negli ultimi anni”, troppi continuano ad essere “prostrati nella povertà”. Per questo, esorta il Pontefice nel messaggio letto a Panama dal cardinale Pietro Parolin, “sono necessarie azioni dirette a favore dei più svantaggiati” e questa attenzione “dovrebbe essere prioritaria per i governanti”. Il primo Papa latinoamericano chiede così di “generare un nuovo ordine di pace e di giustizia” volto “a promuovere la solidarietà e la collaborazione rispettando la giusta autonomia di ogni nazione”. Francesco non manca quindi di soffermarsi su un tema a lui particolarmente a cuore, quello dell’immigrazione.

I migranti siano tutelati, non schiavizzati
Molte persone, constata con amarezza, “si vedono obbligate ad abbandonare la propria terra” e diventano “facile preda del traffico delle persone e del lavoro schiavizzato”. In alcuni casi, ammonisce, “la mancanza della cooperazione tra gli Stati lascia molte persone fuori dalla legalità e senza possibilità di far valere i propri diritti”. Sono situazioni, prosegue il messaggio letto dal segretario di Stato, nelle quali “non basta salvaguardare la legge per difendere i diritti fondamentali della persona, nelle quali, la norma senza pietà e misericordia, non risponde alla giustizia”. A volte, si rammarica, persino all’interno dei Paesi si creano “differenze scandalose e offensive” che generano “il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza”. Mali, annota, che possono far perdere “la propria legittimità” allo Stato di diritto.

Impegnarsi per la globalizzazione della solidarietà
Il Papa si dice convinto che “l’inequità, la ingiusta distribuzione delle ricchezze e delle risorse, è fonte di conflitti e violenza fra i popoli, perché suppone che il progresso di alcuni si costruisca col necessario sacrificio di altri” e invita dunque gli Stati delle Americhe alla collaborazione per affrontare i problemi “con realismo” e trasmettendo speranza. La grande sfida del nostro tempo, ribadisce il messaggio, è “la globalizzazione della solidarietà e della fraternità al posto della discriminazione e dell’indifferenza”. Finché “non si consegue una distribuzione equa della ricchezza – conclude il messaggio – non si risolveranno i mali della nostra società”.








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