2015-04-11 09:04:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella seconda domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Tommaso non crede agli altri apostoli che hanno visto Gesù risorto. Il suo cuore è inquieto nella sua incredulità. Ma il Signore appare di nuovo e dice:

«Pace a voi!».

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti:

“Pace a voi” è il saluto e il dono che il Risorto porta ai suoi discepoli, i quali, con le  porte di casa ben chiuse per timore, attendono gli sviluppi della morte in croce del Signore. La risurrezione spazza via ogni timore, perché “là dove entra Cristo risorto, entra con lui la vera pace” (S. Giovanni Paolo II). Oggi si parla tanto di pace, soffriamo fortemente per la mancanza di pace, aneliamo con ansia alla pace…, ma a volte si ha l’impressione che non sappiamo più cosa sia. La pace di Cristo – e la pagina del vangelo di oggi lo rivela senza ombre di dubbio – non ha nulla a che fare con un certo pacifismo di moda e neppure con un certo perdonismo a buon mercato. La pace di Cristo è fondata sul perdono, sulla misericordia. Gesù entra dai suoi discepoli non facendo finta che non sia successo nulla: egli mostra loro i segni della passione, le mani ed il costato. Ma da queste ferite non esce un giudizio di condanna, ma il dono dello Spirito santo, il dono dei sacramenti. La pace di Cristo passa attraverso il perdono, il perdono di chi si è fatto carico dell’ingiustizia, di chi accetta che Dio lo faccia peccato in favore degli altri (cf 2 Cor 5,21). La pace di Cristo, la pace cristiana passa sempre attraverso il dono dello Spirito Santo. “O Buona Novella [della pace] – esclama S. Giovanni Paolo II –, tanto attesa e desiderata! O annuncio consolante per chi è oppresso sotto il peso del peccato e delle sue molteplici strutture! Per tutti, specialmente per i piccoli e i poveri, proclamiamo oggi la speranza della pace, della pace vera, fondata sui solidi pilastri dell'amore e della giustizia, della verità e della libertà” (Messaggio per la Pasqua del 2003).








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