2015-04-11 20:07:00

Danza, teatro e musica alla Biennale: presentato il programma


Sono stati presentati a Roma dai tre direttori – della Danza, del Teatro e della Musica - i prossimi, importanti appuntamenti organizzati dalla Biennale di Venezia, che si conferma come una Istituzione particolarmente attenta alla formazione dei giovani e aperta al futuro delle arti. Il servizio di Luca Pellegrini:

Nel presentare le manifestazioni dei settori Danza, Teatro e Musica della Biennale di Venezia il presidente Paolo Baratta ha particolarmente insistito sul rapporto che la più importante istituzione culturale italiana è riuscita a creare con i ragazzi, intesi sia come spettatori che come allievi e artisti del domani. “Una Biennale - ha ribadito - interessata alla ricerca e a trasmettere sapere e sapienza alle nuove generazioni”.

Virgilio Sieni, il direttore della danza, ha invitato per questo sedici coreografi a lavorare nell’ambito del College in alcuni tra i più suggestivi spazi aperti di Venezia e in appositi laboratori per dare luogo alla “danza come spazio di condivisione col pubblico e insieme innovare il senso della frequentazione” - questo il tema scelto - che prevede anche, a fine giugno e dopo l’esperienza dello scorso anno, il riallestimento di alcuni quadri coreografici del “Vangelo secondo Matteo”.

Il teatro, con il suo Festival dal 30 luglio al 9 agosto, guarda invece ai mondi che ci aspettano: “All the worlds future” è il filo conduttore degli spettacoli scelti dal direttore Àlex Rigola che precisa:

“Il teatro deve essere uno specchio, uno specchio concavo o convesso dell’essere umano. Non c’è un’altra tematica. Stiamo sempre parlando dell’essere umano: qual è il senso nostro, dell’essere umano e per conoscere un po’ più noi stessi, penso. Perché in questo momento se guardiamo un po’ il mondo…la terra trema, veramente! La terra trema! E c’è davvero bisogno della riflessione su quello che sta succedendo in diversi Paesi del mondo: che abbiamo fatto perché tutto questo sta accadendo? Parlo della Somalia, parlo di Lampedusa, parlo di Gaza, parlo di Ciudad Juarez, parlo di tutti quei posti dove il senso dell’essere umano non è presente. Che stiamo facendo? Perché oggi l’essere umano è sulla terra? Perché occupa la terra? Non solo c’è una risposta religiosa, ma una risposta umana, reale, per non perdere il senso della nostra società. Penso che guardare, vedere, far vedere quello che succede nel mondo sia parte della volontà e del lavoro del teatro”.

Per la musica, Ivan Fedele ha scelto invece il tema della memoria. Gli abbiamo chiesto come può essere declinata in un concerto e nell’intenso programma che si svolgerà dal 2 al 12 ottobre:

“La musica può trasmettere memoria ma soprattutto si serve della memoria per poter essere trasmessa. Se noi non avessimo la facoltà di ritenere gli elementi musicali che ci vengono proposti nel tempo della durata di una composizione non potremo coglierne la forma. La memoria funziona principalmente attraverso una sola tecnica: riconoscere ciò che è simile da ciò che è diverso e attraverso questa semplicissima ricognizione, ricostruire nel teatro, a me piace chiamarlo, appunto, “della memoria”, una forma. Il concetto di memoria è un concetto che può essere declinato in tantissime forme. Per esempio, in “Chemical free” di Nicola Sani la struttura molecolare, il Dna di una materia, è una memoria. Oppure fare memoria di innovazioni mettendole a confronto con altre declinazioni: è il concetto di David Greilsammer che propone, alternate, sonate di Scarlatti e sonate di Cage, con due pianoforti, uno preparato e l’altro normale, e ci fa capire come due innovatori così distanti, distanti quasi tre secoli l’uno dall’altro, abbiano esplorato le potenzialità di una tastiera. Anche coniugazioni di memorie differenti come un’opera, parlo sempre di memoria di lavori innovativi, come il Cristo del Mantegna: quella stupenda prospettiva viene utilizzata come spunto programmatico, direi quasi, di “Parole di settembre” di Aureliano Cattaneo con l’Ensemble Klangoforum Wien. Ecco quindi che in questo caso, per esempio, rendiamo omaggio a uno dei grandi innovatori del passato e ad una coniugazione che un giovane compositore ha cercato di elaborare riflettendo nella musica le suggestioni che la memoria di un evento così importante quale è stato quel lavoro del Mantegna ha suscitato in lui".








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