2015-04-10 18:35:00

No rilievi penali sui fatti di Milano, con noi Bubbico e Balduzzi


“Il tribunale mi ha rovinato”. Così Claudio Giardiello, l’autore della strage di ieri mattina al Palazzo di Giustizia di Milano, nella quale sono morti il giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani e l’imprenditore Giorgio Erba e sono rimaste ferite altre due persone. Agli investigatori l’imprenditore avrebbe anche detto di aver avuto in mente di uccidere un’altra persona, per poi togliersi la vita. Il servizio di Giada Aquilino:

Sarà di omicidio plurimo premeditato, tentato omicidio e lesioni gravi il fascicolo della Procura di Brescia a carico di Claudio Giardiello, l'imprenditore che ieri ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre due al Palazzo di Giustizia di Milano. Non è escluso però che si ipotizzi il reato di strage. Domani, in carcere, l'interrogatorio per la convalida dell'arresto dell'uomo che avrebbe ripetuto agli agenti: “Il tribunale mi ha rovinato, è l'origine di tutti i miei mali”. Nella sua abitazione non è intanto stato trovato alcun falso tesserino da avvocato, ma gli investigatori hanno sequestrato alcuni tesserini simili a quelli dei legali che l’uomo potrebbe aver mostrato per entrare nell’edificio, ingannando la vigilanza. Lunedì ci saranno le autopsie sulle vittime. Al momento non sono emersi rilievi penali sul sistema di sicurezza del tribunale. Il 16 se ne discuterà in una riunione al ministero della Giustizia. Ma il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, ha già parlato di “un sistema di sicurezza che ha rivelato falle molto gravi”. “I magistrati non possono essere lasciati soli”, ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. Entrambi erano presenti alla commemorazione delle vittime che si è tenuta stamani in un’affollatissima aula magna del Palazzo di Giustizia: lacrime e lunghi applausi a ricordo delle tre persone uccise.

 

Dunque ci si interroga sulle misure di sicurezza nei tribunali. Alessandro Guarasci ha intervistato in proposito il viceministro all'Interno Filippo Bubbico:

R. – Nessuno deve considerare limitata la sua dignità professionale, se gli viene richiesto di sottoporsi ad una verifica. E quindi trovo che il passaggio dal metal detector dovrebbe riguardare tutti quelli che accedono ad una struttura nella quale si esercita un’attività così delicata, dove è necessario che le misure di sicurezza siano gestite al massimo livello possibile.

D. – Però, attualmente c’è chi lancia l’allarme per l’Expo oppure per grandi avvenimenti come il Giubileo: c’è qualche preoccupazione in più in questo momento?

R. – Chi alimenta ed enfatizza le preoccupazioni sostanzialmente diffonde uno spirito di paura che noi invece dobbiamo combattere, perché il terrorismo internazionale, le organizzazioni criminali traggono il massimo profitto dalla paura che si diffonde e si alimenta. Noi dobbiamo essere attenti; il nostro Paese ha messo in campo ogni misura capace di garantire la sicurezza dei cittadini, e anche in occasione di eventi straordinari come l’Expo di Milano, che inizia tra qualche giorno, e l’evento mondiale che sarà rappresentato dal Giubileo del prossimo autunno. Rassicuro i cittadini italiani che tutte le forze di polizia stanno predisponendo specifici piani tesi a garantire il massimo della sicurezza.

D. – Dunque al momento non si pensa di innalzare il livello di sicurezza…

R. – No, il livello di sicurezza va innalzato, si sta lavorando per innalzarlo sempre di più, perché ogni giorno viene aggiornato il piano di sicurezza in relazione a quello che emerge, ad ulteriori valutazioni che vengono effettuate. Il livello di sicurezza va alzato, ed è un impegno che noi stiamo già esercitando da tempo. L’episodio tragico di ieri a Milano appartiene ad un’altra sfera, ad un’altra questione. 

 

E sul livello di sicurezza nei tribunali italiani torna il componente del Csm Renato Balduzzi:

R. - C’è certamente un problema di sicurezza, che vuol dire non soltanto regole nuove, ma applicazione attenta delle regole esistenti. È impensabile che possa entrare in un tribunale, salvo appunto, le forze dell’ordine, una persona con una pistola!

D. – Ieri l’Associazione Nazionale Magistrati ha detto che non si possono continuare a fare riforme sulla giustizia a costo zero; in sostanza, la giustizia non può essere considerata un “costo”. Questo, secondo lei, incide anche sulla sicurezza nei tribunali?

R. – Le difficoltà logistiche che interessano il pianeta giustizia sono a 360 gradi, nel senso che c’è un organico della magistratura insufficiente, c’è una scopertura rilevante degli organici, che sarà ancora più forte a fine anno: quindi arriveremo a toccare quasi il 20% di scopertura di organico, che è molto forte. C’è un problema proprio logistico di strutture, e c’è anche indubbiamente un problema di organizzazione logistica della sicurezza. D’altra parte, il Csm li ha messi in evidenza più volte, ottenendo, per la verità, attenzione e corrispondenza da parte dell’amministrazione del governo; però è chiaro che alle manifestazioni di buona volontà, vorremmo tutti che seguissero, in modo celere e tempestivo, i relativi comportamenti e i relativi fatti.

D. – Ma secondo lei oggi i cittadini percepiscono la centralità della magistratura in un sistema democratico?

R. – Ci sarebbe proprio da dire in modo chiaro ai cittadini: “Guardate, stringetevi attorno alla magistratura”, perché è davvero un baluardo, una protezione, è un sistema che sta resistendo in una situazione molto difficile, come stanno facendo peraltro tutti gli italiani, ma è un sistema delicato che sta facendo la sua parte.








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