“I mass-media possono fare la differenza per ridurre l’ondata di violenze domestiche”: se ne è detta convinta Florence Kwesigabo, coordinatrice del programma nazionale per la prevenzione delle violenze domestiche in Uganda. Nei giorni scorsi, la Kwesigabo è intervenuta ad un seminario dedicato a questo tema, organizzato dai coordinatori delle Comunicazioni sociali di Kampala, insieme ai direttori della Radio Cattolica dell’Uganda. L’incontro, della durata di due giorni, ha avuto come titolo “Decisioni condivise, sviluppo condiviso, felicità condivisa” e si è posto l’obiettivo di accrescere, nei comunicatori pastorali, la capacità di parlare di violenza domestica e di creare adeguati sistemi di prevenzione.
Sensibilizzare la società sul dramma delle violenze domestiche
“Molti uomini – ha detto Florence Kwesigabo – usano il loro potere sulle donne, provocando
in esse grandi sofferenze che, a volte, nessuno riesce a sanare”. In questo senso,
i media possono fare la differenza “attraverso reportage costanti e campagne di sensibilizzazione
contro il perpetrarsi di abusi sulle donne, sia giovani che anziane”. “Occupandosi
in modo accurato dei casi di violenza domestica – ha aggiunto la coordinatrice – il
comunicatore può aiutare in modo significativo le famiglie e le comunità a comprendere
come tale dramma possa essere disastroso per la società”.
Rompere la cortina del silenzio e dire la verità
Dal suo canto, padre Edward Timothy Ssemogerere, segretario del Dipartimento per la
Pastorale liturgica della Conferenza episcopale ugandese (Uec), ha espresso apprezzamento
per il seminario, svoltosi “in un momento in cui le violenze domestiche rappresentano
una minaccia per la società”. Incoraggiando, inoltre, i comunicatori a rompere “la
cortina del silenzio” su tale dramma, padre Ssemogerere ha ribadito l’importanza di
“dire la verità per rendere le persone capaci di ascoltare la voce delle vittime ed
agire di conseguenza”.
Il ruolo dei nuovi media
Al seminario è intervenuto anche padre Phillip Odii, segretario del Dipartimento per
le Comunicazioni sociali dell’Uec, il quale ha sottolineato l’importanza dei nuovi
media, ed in particolare dei social network, per promuovere le campagne di sensibilizzazione
contro gli abusi domestici. Allo stesso tempo, tuttavia, padre Odii ha messo in guardia
dai rischi del “mondo virtuale”, soprattutto per quanto riguarda la privacy sui dati
personali delle vittime. Il seminario si è concluso con una celebrazione, presieduta
da mons. John Baptist Kauta, segretario generale dell’Uec.
Terzo incontro, nel giro di pochi mesi
Quello di Kampala è stato il terzo convegno sulle violenze domestiche organizzato
dalla Chiesa ugandese, in collaborazione con la Conferenza episcopale irlandese e
il settore caritativo di quest’ultima, “Trocaire”. I precedenti incontri si sono tenuti
a febbraio, nella diocesi di Lugazi, ed all’inizio di marzo a Lira. (I.P.)
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