In una lettera indirizzata al primo ministro Stephen Harper, il Consiglio canadese della Chiese chiede una strategia internazionale per l’Iraq e la Siria, entro la quale possa muoversi la missione militare e umanitaria inviata dal Canada. I leader delle 25 Chiese e comunità ecclesiali dell’organismo fondato nel 1944 esprimono le loro inquietudini a proposito della crisi umanitaria nei due Paesi e definiscono crimini di guerra e contro l’umanità le migliaia di morti, i brutali rapimenti, le gravi violazioni dei diritti umani, l’assassinio di antiche comunità cristiane e gli attacchi mirati contro altre minoranze religiose di cui è responsabile il sedicente Stato Islamico.
Occorre una strategia internazionale per aiutare il Medio Oriente
Per il Consiglio canadese delle Chiese un intervento militare non basta a mettere
fine ai conflitti in Medio Oriente e per stoppare o limitare le atrocità occorrono
altre misure. Nella lettera si riferisce anche della riconoscenza delle Chiese del
Medio Oriente e delle agenzie che continuano ad operarvi per gli aiuti provenienti
da diverse nazioni, ma si sottolineano anche i dubbi circa l’efficacia di azioni militari
e per presto viene suggerita prudenza. “Chiediamo al governo canadese di moltiplicare
i suoi sforzi diplomatici, di accrescere l’aiuto umanitario e l’aiuto ai rifugiati
– scrive il Consiglio canadese delle Chiese – di sostenere le organizzazioni della
società civile, di controllare gli armamenti e di proteggere in particolare lo Stato
di diritto e il rispetto dei diritti umani, in particolare con l’instaurazione di
strutture di governo inclusive in Iraq e in Siria”.
Azione militare non può essere risolutiva. Occorre una politica chiara
per i rifugiati
I leader cristiani canadesi insistono sulla diplomazia per bloccare l’afflusso di
risorse e di armi a favore dell’Is e ribadiscono il loro sostegno economico per gli
aiuti umanitari. Al governo canadese viene inoltre chiesta una politica chiara per
l’accoglienza dei rifugiati e per l’Iraq si auspica che polizia, magistratura e altri
settori del governo possano essere sensibilizzati e formati al rispetto dei diritti
umani, alla giustizia e alla corretta applicazione del diritto.
Cristiani, ebrei e musulmani in Canada pregano per la pace e proseguono
il dialogo
“La libertà di coscienza e di religione e, più globalmente, il rispetto dei diritti
umani sono essenziali all’emergenza in Iraq di una società aperta, pacifica e democratica
– prosegue la lettera del Consiglio canadese delle Chiese –. Questi principi rappresentano
le fondamenta sulle quali edificare la sicurezza del Paese, quella dei suoi cittadini
e delle sue comunità … Cristiani, ebrei e musulmani credono nella misericordia di
Dio - conclude la lettera –. Noi ci incontriamo e … preghiamo per la pace in Iraq
e in Siria. Siamo impegnati a dialogare con le comunità musulmane in Canada, perché
sappiamo che le distorsioni violente di ciò che è l’islam sono causa di malintesi
e di sofferenze in Canada per i musulmani che vogliono la pace così come le comunità
non musulmane. Condanniamo ogni tentativo per demonizzare l’islam e i musulmani pacifici
e rispettosi della legge”. (A cura di Tiziana
Campisi)
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