2015-04-07 12:46:00

Yemen: scontri ad Aden tra ribelli sciiti ed esercito


Nello Yemen i ribelli sciiti houthi hanno sferrato un duro attacco nel sud, puntando sull’importante porto strategico di Aden. Decine le vittime degli ultimi combattimenti. Intanto la coalizione araba a guida saudita continua a bombardare le postazioni dei ribelli nei dintorni della capitale Sanaa. Sul rischio che il Paese venga spaccato in due in seguito a questa situazione, Giancarlo La Vella ha intervistato Vincenzo Strika, docente emerito all’Orientale di Napoli di Storia Contemporanea dei Paesi arabi:

R. – Diciamo che il Paese è già stato diviso in passato. Lo Yemen è ancora un Paese interessante, ma non più come una volta. Non dimentichiamo che per tanto tempo l’Oceano Indiano è stato un’area economica di grande importanza. Oggi ha ancora una certa attrattiva, gravitando lì l’India, l’area del Golfo e il Sudafrica. Lo Yemen, quindi, ridiventa un Paese potenzialmente decisivo.

D. – L’ingresso nel conflitto della coalizione araba a guida saudita, con l’Iran anche che appoggia i ribelli sciiti, potrebbe causare un conflitto più allargato?

R. – Un conflitto allargato lo escluderei. Guerriglia sì, questo è già in atto. E’ chiaro che se l’Arabia Saudita punta a destabilizzare lo Yemen, l’Iran risponde, tanto più che adesso è in una posizione di relativa forza, avendo concluso l’accordo sul nucleare con gli Stati Uniti.

D. – Qual è l’obiettivo dei ribelli sciiti houthi, a questo punto?

R. – Probabilmente instaurare un governo. Non bisogna poi dimenticare che nello Yemen il confronto sciiti-sunniti è molto spesso un conflitto tra ricchi e poveri: se prevale una tendenza rispetto all’altra, una diventa economicamente privilegiata, suscitando l’invidia dell’altra.

D. – Se i ribelli dovessero conquistare Aden, che è comunque un porto di importanza anche regionale, cosa potrebbe accadere?

R. – Non vedo ancora una vittoria chiara, vedo piuttosto una soluzione concordata all’interno della Lega Araba o dell’Organizzazione della Conferenza Islamica, qualcosa che ad un certo punto risolva questo conflitto e dia anche un aiuto economico a questo Paese, martoriato dalla crisi da tanti anni.








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