2015-04-05 11:25:00

Kenya: fedeli pregano per le vittime della strage di Garissa


Pasqua di dolore in Kenya, nel primo dei tre giorni di lutto nazionale per la strage di Garissa, dove giovedì scorso, come ha ricordato anche Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi, i jihadisti di al Shabaab hanno ucciso 148 studenti, principalmente cristiani. Massima allerta in tutte le chiese del Paese, protette dalla polizia o da squadre di sicurezza private. La cattedrale della Santa Famiglia di Nairobi è difesa dai poliziotti  e sono stati installati dei metal detector. A Garissa la Pasqua è stata celebrata nella chiesa della Madonna della Consolazione, che era già stata colpita dai terroristi tre anni fa, quando morirono 17 persone. Centinaia i fedeli che hanno affollato la celebrazione, cantando e piangendo in ricordo di quanti hanno perso la vita. “Uniamo le sofferenze delle vittime e dei loro parenti alle sofferenze di Gesù. Le vittime risorgeranno con Cristo”, ha detto il vescovo coadiutore di Garissa Joseph Alessandro. “Non sappiamo chi sono i terroristi, potrebbero essere anche i nostri vicini”, ha commentato il presule. Un appello alle famiglie dei terroristi a collaborare con il governo per identificarli è arrivato ieri anche dal presidente kenyota Uhuru Kenyatta. In un messaggio rivolto alla Nazione, il presidente ha condannato il massacro di Garissa definendolo “un attacco contro l’umanità” e ha annunciato una caccia ai responsabili “non solo in Kenya, ma anche in Somalia”. Cinque gli arresti finora, mentre uno terroristi sarebbe figlio di un funzionario del governo. Al Shabaab ha fatto poi sapere su internet che “la guerra sarà lunga e terribile e i kenyoti saranno le prime vittime”. La strage, hanno detto i jihadisti legati ad al Qaeda, è stata un atto di ritorsione per i raid compiuti dalle truppe kenyane dell’Unione Africana in Somalia. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha confermato il viaggio in Kenya per il prossimo luglio, mentre solidarietà è arrivata anche dal primo ministro britannico David Cameron. “E’ assurdo che nel 2015 ci siano ancora cristiani minacciati, torturati e perfino uccisi per la loro fede”, ha detto in un messaggio. (M.R.)








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