Desta preoccupazione nell’episcopato francese la proposta riforma del sistema sanitario nazionale presentata in questi giorni all’Assemblea nazionale. Nello specifico a preoccupare i vescovi d’Oltralpe sono quattro misure contenute nel testo . Esse riguardano l’abolizione del periodo di riflessione previsto dall’attuale legge sull’aborto in Francia (legale dal 1974) per potere interrompere una gravidanza; l’eliminazione dell’obbligo della consultazione dei familiari di una persona deceduta per la donazione di organi; l’introduzione in via sperimentale delle cosiddette camere del buco per tossicodipendenti e la liberalizzazione della contraccezione di emergenza per i minori.
Il rischio di banalizzare ancora di più l’aborto
Sulla prima misura, approvata dalla Commissione Affari Sociali, i vescovi francesi
rilevano in una nota che l’abolizione del periodo di riflessione obbligatorio non
fa che contribuire alla banalizzazione dell’aborto: esso infatti rafforzerebbe una
concezione riduttiva della dignità umana” facendo del “bambino non nato un semplice
oggetto di cui si può disporre liberamente e sottraendo alla donna in gravidanza gli
strumenti per potere esercitare veramente la sua libertà di coscienza”.
La donazione di organi deve essere un gesto consapevole e volontario
Anche la riforma delle norme sulla donazione di organi rappresenta per i presuli un
passo indietro. La legge attualmente in vigore in Francia prevede che, qualora una
persona defunta non abbia espresso la sua volontà circa la donazione dei suoi organi
dopo la morte, i medici debbano consultarsi con i familiari per ottenerne il consenso.
L’abolizione di questa procedura per consentire più trapianti – afferma la nota –
rappresenterebbe una “pura e semplice negazione della libertà ultima che spetta al
defunto e alla sua famiglia” e, paradossalmente rischia di creare maggiore ostilità
alla donazione di organi, un gesto nobile in quanto espressione della libera scelta
dell’individuo. Se la donazione di organi rappresenta una priorità nazionale - osservano
i presuli - è urgente piuttosto promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione
per incoraggiare i cittadini a compiere questo gesto generoso. Altrimenti — affermano
— il corpo umano rischia di essere ridotto a una mera riserva di organi.
No alle camere del buco
Forti perplessità suscita anche l’introduzione, sia pure in via sperimentale, delle
cosiddette “camere del buco”. Il pericolo infatti – afferma la nota – è di banalizzare
e incoraggiare, anziché contenere il consumo di stupefacenti. Il Governo, secondo
i vescovi francesi, dovrebbe puntare piuttosto sulla prevenzione e sull’accompagnamento
dei tossico-dipendenti.
No alla liberalizzazione della contraccezione di emergenza per i minori
Infine, la modifica alle norme sulla contraccezione di emergenza dei minori, che in
pratica toglierebbe qualsiasi voce in capitolo agli adulti. Anche qui – annotano i
vescovi – è evidente l’intento di “banalizzare” la contraccezione tra i giovani, ai
quali viene trasmessa una falsa idea di libertà, deresponsabilizzando completamente
il mondo adulto. (A cura di Lisa Zengarini)
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