2015-04-02 14:30:00

Mons. Tomasi: Boko Haram e Is sono un cancro da fermare


Fermare le violenze del gruppo terroristico Boko Haram in Nigeria e negli altri Stati coinvolti: a chiedere un intervento urgente della comunità internazionale è mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenuto ieri nel Consiglio Onu sui diritti umani, riunito nella città elvetica. Il servizio di Roberta Gisotti:

Soprattutto la Nigeria ma anche Camerun, Benin, Ciad e Niger sono il bersaglio di “continue violenze, persecuzioni e omicidi per mano del gruppo Boko Haram”, reo di “gravi trasgressioni del diritto internazionale, inclusi crimini di guerra e crimini contro l’umanità, che richiedono – indica l’arcivescovo Tomasi - una risposta urgente ed efficace degli Stati coinvolti, insieme alla solidarietà della comunità internazionale”. Siamo infatti testimoni – denuncia il presule – del continuo sviluppo e diffusione di un tipo di estremismo radicale e spietato, ispirato da un’ideologia che tenta di giustificare i suoi crimini in nome della religione”. Ma “i crimini in nome della religione non sono mai giustificati”. “Massacrare persone innocenti in nome di Dio non è religione ma manipolazione della religione per altri fini”, sottolinea  mons. Tomasi. Ad aggravare la situazione è “la recente esplicita alleanza di Boko Haram con il cosiddetto Stato islamico”. “Non si può essere ciechi – ammonisce il rappresentante della Santa Sede – di fronte al fatto che tali gruppi estremisti stanno crescendo come un cancro, propagandosi in altre parti del mondo ed attraendo anche militanti esteri per combattere nelle loro file”. La Nigeria in particolare – ricorda l’arcivescovo – ha dovuto affrontare “nuove e violente forme di estremismo e fondamentalismo per motivi etnici, sociali o religiosi”. Nonostante gli sforzi del governo nigeriano per fermare questi terroristi, anche con il sostegno di una forza multinazionale, composta dai Paesi confinanti, minacciati da Boko Haram, “gli estremisti continuano nella loro furia violenta, creando sempre più instabilità nell’Africa occidentale”. Mons. Tomasi invoca quindi “un’azione rapida, decisiva e combinata da parte del governo nigeriano, i Paesi confinanti, l’Unione Africana e le Nazioni Unite”. “Non possiamo permetterci – invoca infine il presule – di avere un atteggiamento di indifferenza” e di “non azione in risposta a tali orribili crimini”.








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