2015-04-01 13:17:00

La Palestina entra a far parte della Corte Penale Internazionale


La Palestina, riconosciuta lo scorso anno come stato membro dell’Assemblea generale dell’Onu, è entrata ufficialmente oggi a far parte di diritto dei 123 Paesi che aderiscono alla Corte Penale Internazionale dell’Aja. Questo le consentirà di chiedere al Tribunale l’apertura di un’indagine su presunti crimini di guerra israeliani attuati contro i palestinesi e sulle attività di costruzione e di ampliamento degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Israele ha definito la mossa del presidente palestinese Mahmoud Abbas come unilaterale. Cecilia Seppia ha raccolto il commento del prof. Franco Rizzi, segretario generale di Unimed (Unione delle università del Mediterraneo):

R. – E’ una notizia positiva perché si inserisce in un lungo percorso che la Palestina sta portando avanti per il riconoscimento dello “Stato della Palestina”. Bisogna dire che questa adesione viene dopo che era stata rifiutata la mossa palestinese che chiedeva all’Onu una risoluzione per il riconoscimento e la creazione di un vero e proprio Stato indipendente. Quindi questa mossa insieme all’altra, che è quella dell’adesione all’Unesco, sono elementi fortemente rappresentativi di questa esigenza.

D. – Con l’adesione al Tribunale Internazionale, la Palestina potrà cominciare fin da subito a presentare la documentazione relativa a possibili crimini di guerra e contro l’umanità commessi nei territori palestinesi e attribuiti alle forze israeliane. Tra questi ci sono l’ultima guerra a Gaza come pure l’espansione degli insediamenti ebraici… Pare ci sia già un dossier pronto sul tavolo dell’Aja…

R. - Questa azione da parte della Palestina nei confronti dei crimini commessi sul proprio territorio, secondo me, ha una valenza soprattutto di immagine: l’immagine di Israele che si presenta, e in parte lo è, come una democrazia e con tribunali che fanno attenzione al rispetto del diritto su tutti i fronti. Ma qualora fossero riconosciuti questi crimini, presentati in questo dossier, e commessi da parte di Israele nei confronti della Palestina, certamente l’immagine di Israele sarebbe molto deteriorata.

D. – Attualmente in che fase ci troviamo, nei negoziati  fra israeliani e palestinesi?

R. - Si è completamente fermato tutto il processo e l’elezione di Netanyahu certamente non favorisce questo tipo di ripresa. Ricordiamoci che Netanyahu prima delle elezioni aveva parlato della sua indisponibilità di concedere la creazione di uno Stato palestinese. Dopo si è un po’ rimangiato la parola, ma è certo che tutto il processo da Oslo in poi è stato un processo che ha determinato uno scadimento dei rapporti tra Israele e Palestina; l’Europa non sta facendo molto, l’America è divisa al suo interno, e Abbas si trova a dover portare avanti un lavoro veramente molto difficile.








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