2015-04-01 19:08:00

Giubileo: cardinale Pell, nostro obiettivo è evitare scandali


Papa Francesco lo ha più volte ribadito: per la Chiesa, l’attenzione per i poveri è prioritaria. In tale prospettiva, la centralità della trasparenza nell’amministrazione dei beni ecclesiastici è essenziale. È il filo conduttore del libro “Corresponsabilità e trasparenza nell’amministrazione dei beni della Chiesa”, a cura di Francesco Lozupone ed edito da Aracne, presentato presso la nostra emittente. Oltre all’autore, sono intervenuti il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, e mons. Marcello Semeraro, segretario del Consiglio dei Cardinali. Il servizio di Giada Aquilino:

La trasparenza non è soltanto un obbligo per chi amministra i beni della Chiesa ma può trasformarsi in una risorsa, perché una gestione chiara costituisce una testimonianza cristiana autentica, in grado di suscitare ulteriore generosità. Questo il senso della raccolta di contributi curata da Francesco Lozupone. Immediato lo spunto nato dalla riflessione sul progetto di riforma della Curia Romana, a cui lavora il Consiglio dei Cardinali istituito da Papa Francesco. Se le riunioni sono già state fissate fino a dicembre, ha confermato mons. Semeraro, comunque “si comincia a vedere l'approdo” di tale riforma. Si pensa intanto al prossimo Giubileo della Misericordia. Il cardinale George Pell:

“Per il futuro, tutto il lavoro dei comitati per il Giubileo avverrà sotto le nuove procedure. Nel preventivo, spiegheremo i costi di tutti i diversi centri. Per la prima volta nella storia del Vaticano, almeno due-tre-quattro volte all'anno noi controlleremo i costi con i preventivi. Speriamo ovunque di evitare gli scandali e certamente anche per un evento così questa sarà la nostra ambizione”.

D’altra parte, ha sottolineato mons. Marcello Semeraro, gli aspetti economici e finanziari sono stati tra i primi ad essere affrontati nelle riunioni dei cardinali. La sollecitazione - ha proseguito il vescovo di Albano - è venuta dagli incoraggiamenti di Papa Francesco per una Chiesa povera, figlia degli insegnamenti conciliari:

“Papa Francesco è figlio del Concilio Vaticano II. Lo ha ripetuto e lo ripete spesso: quindi non può non essere a conoscenza della tematica della Chiesa dei poveri sorta in quel momento di celebrazione del Concilio Vaticano II. E poi c'è il secondo 'bagno' di povertà, che Francesco ha fatto da arcivescovo di Buenos Aires, nella grande esperienza di Aparecida, laddove si mette in evidenza quello che è il vero significato della scelta preferenziale dei poveri, intesa come una forma speciale di primato della carità per aiutare chi è nel bisogno”.

Il lavoro di rinnovamento in corso, ha aggiunto il cardinale Pell, affonda poi le proprie radici nel pontificato di Benedetto XVI:

“Papa Benedetto ha cercato sul serio di migliorare questa situazione: con mons. Viganò, con Gotti Tedeschi, con Von Freyeberg lui voleva migliorare la situazione. Non si deve pensare che Papa Benedetto non abbia fatto niente e invece noi possiamo fare tutto. Noi facciamo qualcosa sui fondamenti che sono stati preparati al tempo di Papa Benedetto”.

Rispondendo ai giornalisti, il porporato ha confermato che con la nomina del cardinale Giuseppe Versaldi all'Educazione Cattolica “finisce” di fatto la Prefettura degli Affari Economici, della quale è stato a capo. Quindi, a proposito della presentazione dei bilanci finanziari da parte della Segreteria per l’Economia, il prefetto ha riferito:

“Speriamo che saranno pronti per il Consiglio per l'Economia in maggio e la pubblicazione dopo. Riguarderà tutte le entità del Vaticano. Questa è la nostra speranza. Ci saranno i bilanci del 2014 e il preventivo per quest'anno: infatti il lavoro per i preventivi va avanti abbastanza bene”.

Il curatore del libro, Francesco Lozupone, ha infine delineato nuove prospettive per il futuro della Chiesa:

“L'attività amministrativa è da considerarsi un'attività pastorale. Cioè un'attività pastorale che non abbia basi amministrative chiare e solide rischia di disperdersi. Quindi la separazione che c'è sempre stata all'interno degli uffici della Chiesa, sia delle Chiese particolari sia della Chiesa universale, così netta, senza comunicazione, tra specialisti dell'amministrazione e specialisti dell'evangelizzazione e della missione deve cercare di ridursi”.








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