2015-03-31 08:07:00

Costa d'Avorio. Card. Kutwa ai giovani: no a modelli senza Dio


Abbiate il coraggio di dire no a tutto quello che ostacola la propria crescita umana: all’odio, alla violenza, ai profeti di sventura, ma anche a modelli culturali e stili di vita che escludono Dio e il patrimonio di valori del Vangelo. E’ l’esortazione rivolta dal card. Jean-Pierre Kutwa, ai migliaia di giovani della Costa d’Avorio riuniti nella cattedrale di Abidjan per il loro pellegrinaggio quaresimale.

Rifiutare categoricamente tutto quello che è contrario alla vita
Nel suo intervento l’arcivescovo della città si è soffermato sul ruolo dei giovani nei rapidi cambiamenti socio-culturali in atto nel mondo, ma soprattutto nel disegnare il futuro ancora incerto del Paese, sul quale pende l’incognita delle prossime elezioni politiche, convocate quest’anno dopo un decennio di sanguinosi conflitti etnici e politici. I giovani, che rappresentano “una forza per i nostri Stati africani”, ha detto il card. Kudwa, sono chiamati a “capire i segni che esigono da loro azioni all’altezza dei mali del nostro tempo”. Ciò, implica “avere il coraggio di rifiutare categoricamente tutto quello che aliena l’uomo, che è contrario alla vita, questo bene prezioso che Dio affida alle cure di noi esseri umani: i massacri, gli attentati, i rapimenti di bambini, gli assassinii rituali devono incontrare la barriera della vostra fede che dice no!”. “Siamo stufi di giovani che tendono la mano al primo venuto e che aspettano pigramente che tutto cada dal cielo”, ha aggiunto il card. Kudwa, ricordando ai presenti che solo il lavoro e gli studi affinano l’intelligenza dell’uomo.

Rendere visibile la propria fede nella vita personale
In conclusione, l’arcivescovo di Abidjan ha sottolineato che la sfida che hanno davanti i giovani ivoriani oggi è quella di “rendere visibile” la propria fede nella loro vita personale e tradurre la “vocazione missionaria” dei movimenti e associazioni giovanili in “un’espressione viva della fede in un Paese che cerca la sua unità perduta”. (L.Z.)








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