2015-03-27 16:13:00

Lucifora: bene la crescita del lavoro, forse inizio ripresa


Molte le reazioni alle parole del premier Renzi che ieri, commentando i dati sull’aumento delle assunzioni da parte delle imprese, aveva dichiarato: “E’ il segnale che l’Italia riparte”. 79 mila i nuovi contratti a tempo indeterminato nei primi due mesi dell’anno, secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro. Per Barbagallo della Uil l’aumento rappresenta però una “fiammata” , mentre per Furlan della Cisl servono azioni strutturali per la crescita e per dare risposta ai tre milioni e mezzo di disoccupati ancora presenti nel Paese. Da parte sua l’Istat rileva oggi che a gennaio l’industria ha accusato una flessione del fatturato dell’1,6% rispetto a dicembre e un calo degli ordini. Anche il governatore della Banca d’Italia, Visco, segnala la costante bassa crescita del Pil nazionale. Come valutare dunque i dati positivi sulle nuove assunzioni? Adriana Masotti ha sentito il prof. Claudio Lucìfora, economista dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: 

R. – E’ senza dubbio una buona notizia. Dopo numerosi trimestri in cui l’occupazione continuava a calare, questo improvviso aumento dell’occupazione va salutato molto positivamente. Ci sono due segnali: aumentano le assunzioni, ma aumenta anche la quota, tra il totale delle assunzioni, di contratti a tempo indeterminato. La notizia non sorprende poi neanche più di tanto, perché non bisogna dimenticare che queste assunzioni godono di un sussidio statale abbastanza generoso. Quindi possiamo dire che questa ripresa è anche un po’ “drogata” dalla riduzione dei costi. Ovviamente è benvenuta, ma si tratta di capire quanto poi questa sarà sostenuta nel momento in cui questi sussidi dovessero venire a mancare.

D. – Infatti i sindacati – sia Uil che Cisl – sottolineano l’ipotesi che si tratti di una "fiammata", mentre per la ripresa ci vogliono delle riforme strutturali…

R. – Certamente è un po’ prematuro trarre delle conclusioni forti. Un po’ di ottimismo ci vuole, però – come dicevo – bisogna aspettare e vedere che cosa succederà nei prossimi trimestri per capire se questa ripresa dell’occupazione sia un fenomeno temporaneo oppure se sia una ripresa abbastanza robusta, come molti istituti di previsione sembrano suggerire.

D. – Come mettere insieme questi dati sull’occupazione e il fatto che sia calato il fatturato dell’industria a gennaio secondo i dati Istat di oggi...

R. – Sì, questi sono dati contrastanti. Non dovrebbe sorprendere però il fatto che all’inizio della ripresa ci siano delle fasi un po’ altalenanti. Di solito l’occupazione segue con un certo ritardo la ripresa dei fatturati e i  fatturati risentono molto anche della stagionalità .... quindi è un po’ difficile. Bisogna stare a vedere quello che succederà nei prossimi trimestri.

D. – Queste assunzioni comunque non sono già frutto del Jobs Act, perché è entrato in vigore solo dal 1° marzo…

R. – Il Jobs Act è un provvedimento che sicuramente renderà più flessibile il mercato del lavoro, ma di per sé non crea posti di lavoro. Quindi questi posti di lavoro sono il frutto della ripresa che è in atto senza dubbio, ma soprattutto sono frutto dei sussidi di cui le imprese possono godere per la creazione di posti o la loro trasformazione: quindi è molto probabile che queste assunzioni siano anche, per buona parte, una trasformazione da contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, che adesso per le imprese sono più convenienti. 








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