2015-03-26 14:36:00

Sciagura aerea: cresce l'ipotesi del suicidio del copilota


“Il copilota voleva distruggere l’aereo”. È l’ipotesi più tragica quella accreditata tra gli investigatori francesi e presentata oggi alla stampa dal procuratore di Marsiglia, Brice Robin, riguardo alle indagini sul volo della Germanwings precipitato martedì in Alta Provenza. Per le indagini, è stata comunque chiesta l’assistenza dell’Fbi. Il servizio di Giada Aquilino:

 

Sarebbe stato un atto “deliberato” del copilota dell’airbus, solo in cabina di pilotaggio, a dirigere l'aereo in discesa, fino allo schianto sulle Alpi francesi. Sulla base dei primi dati della scatola nera, lo ha rivelato il procuratore di Marsiglia, secondo il quale negli 8 minuti prima della tragedia il tedesco Andreas Lubitz, 28 anni, 630 ore di volo accumulate, si sarebbe rifiutato di aprire la porta al comandante - assentatosi per qualche istante - e avrebbe attivato i comandi per la discesa, aggirando anche i tentativi dei computer di correggere la rotta. Escluso l’atto terroristico. I passeggeri, sempre secondo la ricostruzione, si sarebbero accorti all'ultimo di ciò che stava accadendo. Immediato il commento di Lufthansa: “Se si porta con sé 149 persone uccidendosi, non è più un suicidio”, ha detto l'amministratore delegato, Carsten Spohr. I familiari delle vittime sono arrivati intanto a Le Vernet a bordo di sette autobus. Anche i parenti di Lubitz sono ora in Francia, ma in una località tenuta segreta per motivi di sicurezza.

Anche i piloti sono sotto choc per quanto avvenuto e chiedono nuove misure per rafforzare la sicurezza. Alessandro Guarasci ha sentito Antonio Divietri, presidente dell’Anpac, l’Associazione nazionale professionale aviazione civile:

R. – Se confermato quello che sta venendo fuori, siamo in presenza di un comportamento talmente inaccettabile che, al di là di quelli che possono essere i controlli psicologici, che pure avvengono, ci indigna talmente che gli interventi verranno fatti immediatamente. Questo è importante saperlo: ci saranno immediati interventi, che impediranno, nel futuro, che un singolo pilota possa trovarsi in queste condizioni.

 D. – Lei quando dice immediati interventi a che cosa si riferisce?

 R. – Si renderà impossibile per un pilota chiudersi da solo in cabina con un intento ostile verso l’aeromobile.

 D. – Come piloti, quanto è successo, quanto vi coinvolge, vi porta anche a riflettere sulla vostra professione?

 R. – Il turbamento è enorme, lo può ben comprendere. C’è turbamento, c’è indignazione. Immagini un pompiere che dà fuoco alla stazione dei pompieri nel corso di una visita dei bambini di un asilo. E’ qualcosa di completamente inaccettabile. Quello che è importante, però, è applicare delle regole che impediscano che un atto del genere possa ripetersi. Questo è veloce, fattibile e verrà fatto.

 D. – Non è possibile da parte della torre di controllo di intervenire in casi di anomalie evidenti?

 R. – Non è che un terzo all’esterno dell’aeromobile possa intervenire sui comandi di volo. Il volo in remoto lo fanno i droni. Qui stiamo parlando di aeroplani che vengono guidati da persone, da uomini.








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