2015-03-24 14:30:00

Brasile: no dei vescovi a riduzione maggiore età a fini penali


La Chiesa brasiliana è fermamente contraria alla riduzione della maggiore età ai fini penali da 18 a 16 anni. Un emendamento costituzionale in tal senso, la Pec 171, è attualmente all’esame della Camera dei Deputati del Congresso. Secondo i promotori del progetto di riforma del Codice Penale, essa si rende necessaria, perché la maturità e quindi la piena capacità di intendere e di volere degli adolescenti oggi si raggiunge prima, grazie anche al maggiore accesso all’informazione.

Giovani brasiliani più vittime che responsabili di violenze
Di diverso avviso le organizzazioni per i diritti umani e i movimenti della società civile, tra i quali in prima fila la Conferenza episcopale (Cnbb), per i quali il vero problema oggi non è la violenza dei minori in Brasile, quanto piuttosto quella contro i minori. Basti pensare che gli omicidi che hanno come protagonisti minorenni in Brasile rappresentano appena lo 0,1% del totale, mentre gli adolescenti uccisi sono il 36%.

La riduzione della maggiore età a fini penali non è la soluzione
Per la Chiesa brasiliana la riduzione dell'età minima per essere perseguibile penalmente e l’allungamento della detenzione dei minori che hanno commesso reati non sono la soluzione al problema della violenza nella società brasiliana. E’ quanto afferma una dichiarazione pubblicata dalla Caritas locale, insieme al Dipartimento dei vescovi per la pastorale dei minori e al Fronte per la difesa dei diritti dei bambini. “La cultura della pace non si ottiene per magia con questi mezzi”, afferma il testo, sottolineando che di fatto quello che manca è l’effettiva applicazione dello Statuto per il bambino e l’adolescente (Eca) in Brasile.

Occorre combattere le cause sociali della violenza giovanile
Si tratta quindi di promuovere una società più giusta e di combattere alla radice le cause della violenza giovanile: la disoccupazione, l’ignoranza, la povertà , l’emarginazione che colpiscono tanti giovani brasiliani. Tutto questo – afferma la Caritas brasiliana - chiama in causa le responsabilità dello Stato, che deve sostenere i giovani e le famiglie più svantaggiate. “Quando i diritti dei minori sono rispettati – si sottolinea - è più difficile che essi violino i diritti umani degli altri”. (L.Z.)








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