2015-03-22 16:30:00

Uova di Pasqua Ail. Mandelli: ricerca leucemie non si ferma


Si conclude questa domenica l'annuale vendita di uova di Pasqua promossa dall'Ail in 4.000 piazze italiane per sostenere la ricerca scientifica contro le leucemie-linfomi e mieloma. Anna Zizzi ne ha parlato con il presidente dell’Associazione, Franco Mandelli:

R. – Le uova di Pasqua dell’Ail riflettono quello che Ail deve fare, cioè raccogliere fondi per aiutare i malati e per garantire le cure migliori in tutta Italia, dall’estremo nord all’estremo sud. La sorpresa non è quella che c’è nell’uovo, ma è quella che c’è dietro ogni uovo, che moltiplicato per centinaia di migliaia di uova permettono che si possa salvare una vita in più. Lo Stato non finanzia né la ricerca né l’assistenza a casa dei malati e neanche l’opportunità di ospitare quelli che non hanno la possibilità di andare e venire da casa loro, magari che è situata a 100-200 km di distanza dal centro di trattamento.

D. – Quali sono i progressi che a oggi sono stati raggiunti nella ricerca grazie a questa iniziativa?

R. – Abbiamo avuto progressi per alcune forme di leucemie acute: per esempio, quelle dei bambini guariscono in più dell’80% dei casi. Ma dobbiamo andare avanti, perché l’80% non basta. Basti pensare alle mamme e ai papà dei bambini che non ce la fanno. Altre malattie, leucemie acute una volta incurabili che oggi guariscono… Molte forme di linfomi, molte forme di mieloma, che compare soprattutto al di sopra dei 65 anni, una volta dava solo uno o due anni di durata di vita. Oggi, in alcuni casi, si superano i 10 anni e si comincia a parlare di possibilità di guarigione anche senza procedure di trapianto. Qualche volta le cure servono, ma al 50% serve anche tenere alto il morale del malato. Questo si ottiene se i volontari sanno stare vicino ai malati. Fare il volontario non è semplice, bisogna avere qualcosa dentro che si chiama cuore e questo cuore ti insegna a dare agli altri.

D. – Quali sono i progetti che Ail porta avanti?

R. – Sono progetti che riguardano l’assistenza soprattutto l’assistenza domiciliare. I malati quando si ricoverano in ospedale, siano essi anziani, adulti, bambini, le prime parole che dicono sono: “Dottore, quando mi mandi a casa?”. Perché anche il migliore ospedale non è paragonabile alla casa. Sono tantissime le sezioni di Italia, credo ormai più di 50, che fanno questa attività di assistenza domiciliare. Quindi, questa è una cosa che andrà portata avanti e anche qui ci vuole tanta iniziativa privata.








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