2015-03-19 13:47:00

Grecia, nessun accordo Ue. Caritas Atene: non c'è denaro


a margine del Consiglio Europeo, ieri a Bruxelles summit sulla Grecia. Al Paese ellenico l'invito a presentare nei prossimi giorni una lista completa di riforme. In questo quadro, il Parlamento di Atene ha dato il via libera al disegno di legge contro la “crisi umanitaria”, voluto dal governo Tsipras, nonostante le obiezioni dei vertici europei. La legge riguarda la fornitura gratuita di energia elettrica ai più poveri, aiuti per l'alloggio a 30.000 famiglie e assistenza alimentare a 300.000 persone. Prevede anche l'assistenza alle persone che hanno perso il lavoro negli ultimi mesi e sono rimaste senza assistenza sociale. Ma quali sono le condizioni di vita oggi in Grecia?  Risponde padre Andreas Vuccinos, direttore di Caritas Atene, intervistato da Giada Aquilino:

R. – La vita non è migliorata e anche dopo le elezioni, fino ad ora, c’è stata una forte crisi. Non circola denaro e quindi la gente ha problemi di liquidità. Oggi c’è una riunione a Bruxelles, con le diverse autorità dell’Unione Europea, come la Merkel, Hollande e altri, per discutere il problema della Grecia. Si discute ogni volta, ma non succede niente per ora. C’è, però, molta povertà.

D.  – Qual è poi l’effetto diretto di questa mancanza di denaro?

R. – Molta gente non ha la possibilità di andare a comprare i viveri e di avere una dignità. Lo vedo anche in parrocchia, quanta gente chiede di essere aiutata! Ci sono persone che chiedono viveri, chiedono che vengano pagate per loro l’elettricità, l’acqua e così via, perché non possono davvero pagare: non hanno lavoro, oppure lavorano poche ore durante la settimana o solo qualche giorno. I salari sono già stati abbassati abbastanza e un giovane guadagna 450 euro. Anche le famiglie sono in difficoltà. Molti ci chiedono di trovare loro un impiego, vogliono un aiuto. Ma dove si trova il lavoro? Che siano immigrati, rifugiati o greci.

D. – Non c’è distinzione…

R. – Tutti siamo uomini, persone, e dobbiamo vivere. La “politica” della Chiesa non è quella di fare distinzione, siamo tutti fratelli. In Grecia la maggior parte dei cattolici è rappresentata da rifugiati e profughi. Noi greci cattolici, infatti, siamo pochissimi, siamo una minoranza: circa lo 0,5% della popolazione greca. E poi ci sono quelli che vengono dai Paesi dell’Unione Europea e che lavorano qui.

D. – Il testo approvato dal parlamento contro la crisi umanitaria prevede buoni pasto, elettricità gratuita e alloggi per chi è in difficoltà…

R. – Sì, è tutto molto bello, è stato annunciato e si è votato: ma il denaro dove lo si trova? Questo è il grande problema. Tutti dicono: “Va bene, dobbiamo reagire, ma se non abbiamo denaro”? Lo ha dichiarato anche un ministro, ieri: il denaro non esiste. Queste sono le difficoltà e tutti sono molto scettici riguardo a quello che si farà e su come andare avanti.

D. – Lei ha detto che la Chiesa cattolica greca è una minoranza nel Paese, eppure aiuta chi è in difficoltà. Lo fa attraverso la Caritas? Come?

R. – Abbiamo una collaborazione adesso con la Caritas italiana e con i gemellaggi. C’è un aiuto. Fino adesso, c’è stato anche l’aiuto da parte di 3 o 4 Caritas d’Europa, che ci hanno aiutato con il denaro a comprare i viveri. Abbiamo aiutato 500 famiglie. Il problema però è che questo programma è finito. Cerchiamo allora di aiutare queste persone, queste povertà esistenti.

D. – Come Caritas, come siete organizzati ad Atene?

R. – Noi siamo organizzati con la mensa a mezzogiorno. Abbiamo anche un programma per aiutare i siriani: ce ne sono molti ad Atene. Distribuiamo un po’ di viveri, quello che abbiamo, quello che possiamo dare.

D. – Qual è l’appello della gente greca all’Unione Europea?

R. – Tutti aspettano, tutti stiamo aspettando che cosa succederà. Senza un aiuto da parte dell’Unione Europea, infatti, come andremo avanti? Sicuramente, dobbiamo cominciare a uscire da questa situazione. Il governo non vuole imporre altre restrizioni nei confronti della popolazione, perché nessuno comunque riuscirebbe a pagare alla fine. Se si abbassano i salari, le pensioni e si aumenta tutto il resto - il cibo, il costo della vita - le famiglie non ce la faranno più neanche a vivere. Noi invitiamo la gente a non perdere la speranza. Che Dio ci doni la forza per continuare.








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