2015-03-19 13:48:00

Attentato in Tunisia. Il premier: la guerra al terrore sarà lunga


Condanna della Comunità internazionale per l’attacco terroristico di ieri in Tunisia. I terroristi hanno preso di mira il Parlamento e il Museo del Bardo a Tunisi. Ventitrè i morti, decine i feriti.  Secondo  il ministro tunisino dell'Interno, Mohamed Najem Gharsall, gli uomini indossavano cinture esplosive ed erano dotati di armi tecnologiche. Per ora nessuno ha rivendicato l’attacco, ma fonti di stampa locali rilanciano la notizia della paternità dei jihadisti dello Stato Islamico. Il servizio di Massimiliano Menichetti:

La Tunisia oggi vive la paura e l'incertezza. Tutte le prime pagine dei siti web locali e del mondo riportano la strage di ieri. Secondo le ricostruzioni un commando di terroristi ha tentato l’assalto al Parlamento, poi ha ripiegato sul Museo del Bardo a Tunisi. Vengono presi ostaggi, dopo il blitz delle forze di sicurezza si contano 23 morti, 20 sono stranieri con loro anche una guardia della sicurezza. 42 i feriti. Due italiani hanno perso la vita, due risultano dispersi. Due anche i terroristi uccisi. Molti turisti coninvolti nella sparatoria erano ospiti delle navi da crociera Costa Fascinosa e MsC Splendida, che questa mattina hanno ripreso la navigazione. Per ora nessuno ha rivendicato l’attacco, ma fonti di stampa locali rilanciano la notizia della paternità dei jihadisti dello Stato Islamico. L’ombra è anche quella di Ansar al-Sharia e dei salafiti. Mobilitato esercito e polizia: tre complici sarebbero stati arrestati, mentre un quarto uomo risulta ricercato. A Tunisi nella notte si sono tenute manifestazioni di protesta contro il terrorismo. Il presidente tunisino Essebsi ha ribadito che nei confronti del terrorismo non ci sarà alcuna pietà. "Di lunga guerra” ha parlato il premier Essid, che ha lanciato un appello all’unità e ha ordinato urgenti provvedimenti soprattutto per i siti turistici. Un "atto ripugnante e un grave crimine che non può essere tollerato". E' il commento di Rafiq al-Aouni, leader del consiglio consultivo del Fronte della Riforma, partito islamico
tunisino di orientamento salafita.








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