2015-03-17 12:30:00

Napoli: in 800 mila per il Papa. Intervista a De Magistris


Preparativi  in corso a Napoli per la visita del Papa di sabato. Almeno 800 mila persone saranno presenti ai vari momenti di questa giornata di Francesco nel capoluogo partenopeo, che inizierà con l’incontro della popolazione di Scampia e si chiuderà con la festa delle famiglie sul lungomare Caracciolo. Ma che Napoli troverà il Papa? Alessandro Guarasci lo ha chiesto al sindaco Luigi De Magistris:

R. – Una città ricca di umanità, con tante sofferenze, per certi versi tante contraddizioni, una città che rispecchia sia il fatto di essere, da un lato, in Europa, ma proiettata con il cuore e con lo sguardo molto a sud: la capitale del Mediterraneo. Mi auguro quindi che venga fuori la fotografia della nostra città.

D. – L’arrivo del Papa, secondo lei, è anche un richiamo alla legalità?

R. – Se penso al Papa, se penso al messaggio profondo, penso soprattutto alla giustizia. Poi, l’auspicio di tutti è che sempre di più giustizia e legalità coincidano, quindi che non ci sia solo una legalità formale apparente, ma che ci sia una legalità vera, che ci sia un messaggio molto forte contro le mafie, contro la corruzione... Ma anche sottolineando che ogni giorno c’è tanta gente nel Sud che si impegna dando alternative ai nostri giovani e si impegna concretamente contro degrado, corruzione e mafie. Un messaggio di speranza concreto.

D. – Il Papa ha parlato del valore del lavoro e della dignità del lavoro: secondo lei nel Sud, e in particolare a Napoli, si fa fatica ancora a puntare sui giovani, sull’innovazione?

R. – Diciamo anche che la grande potenzialità di Napoli – e pochi sanno – è che è la citta d’Europa con il più alto numero di giovani. Il Papa comincia la sua visita a Scampia, che è il quartiere di Napoli che ha il maggior numero di giovani. Si deve puntare molto sull’innovazione, sulla creatività, su nuovi mestieri, e anche sulle tradizioni. Per esempio, noi pensiamo che cultura, turismo, identità di un popolo, terra possano essere le matrici di uno sviluppo sostenibile contro il consumismo universale, che poi ha ridotto anche un po’ a merce gli stessi valori.

D. – Nel 2013, e in parte anche nel 2014, si è registrato un picco di aumento di povertà, relativa e assoluta, in Campania e anche a Napoli. Quanto vi è d’aiuto l’azione della Chiesa locale?

R. – Io credo molto nel capitale umano, nella rete, nell’organizzazione delle persone. In un momento di crisi, in particolare, il capitale umano ha più valore del capitale economico. Le due pagine peggiori della storia di Napoli sono state quando c’è stata la maggiore massa di risorse pubbliche: il terremoto del 1980 e i Mondiali di calcio del 1990. Fiumi di denaro pubblico in gran parte sprecati e tante opere inutili. Questo non significa ovviamente che non abbiamo bisogno di risorse, però si fanno certe volte cose egregie con persone oneste che si mettono in rete. Il messaggio forte è quando il mondo laico, il mondo religioso – il mondo cattolico – si mettono insieme... Lavorando per strada, lavorando ogni giorno vicino alla gente, secondo me si possono raggiungere risultati insperati.








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