2015-03-17 15:42:00

Mons. Vuksic: Bosnia ed Erzegovina ancora ferite da guerra


Ieri i vescovi della Bosnia ed Erzegovina hanno incontrato in Vaticano il Papa per la loro visita “ad Limina”. L’appuntamento si è svolto a meno di tre mesi dal viaggio di Francesco a Sarajevo, in programma per il 6 giugno. Sull’incontro, padre Hrvoje Juko ha intervistato mons. Tomo Vuksic, ordinario militare:

R. – Siamo rimasti veramente molto contenti, perché l’incontro si è svolto in un clima disteso, di colloquio e di confronto… Più che le parole, mi ha colpito l’attenzione con cui ci ha ascoltato e ci ha parlato, la disponibilità a pensare, a ripensare, a chiedere, a informarsi, soprattutto in vista della sua prossima visita.

D. – Qual è la situazione dei cristiani in Bosnia ed Erzegovina?

R. – Prima di tutto, è molto seria, soprattutto in ragione delle conseguenze – ancora vive – della guerra, e questo ci preoccupa molto. Dall’altra parte, questa è la nostra situazione, la nostra realtà in cui siamo chiamati a testimoniare, a essere fedeli, a predicare, a stare dalla parte della Chiesa, dalla parte del Vangelo. Quindi da una parte, sì, siamo colpiti. Ora siamo in Quaresima e forse in un certo senso – almeno spiritualmente – è anche un privilegio essere una Chiesa di Quaresima: è una posizione che ci chiama tutti alla conversione, a chiederci cosa possiamo fare ancora per la sequela di Gesù.

D. – Alla fine, quante sono ancora le ferite della guerra che bisogna curare?

R. – Sono molte e naturalmente le conseguenze sono ancora molto vive. Prima di tutto, perché c’è molta gente che ha perso i figli, i mariti, i familiari, che ha vissuto l’esperienza della distruzione dei beni costruiti in una vita… Cioè, ci sono le conseguenze e perciò molte sono le ferite da curare. Ma grazie a Dio molti si impegnano a farlo e noi della Chiesa ci sentiamo tanto più obbligati a soccorrere la gente, a essere vicini, soprattutto nel processo di riconciliazione, del perdono, nel senso spirituale della costruzione dell’armonia sociale, perché questi sono i presupposti di uno sviluppo di qualsiasi tipo, per un futuro più felice.








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