La maggior parte delle persone con orientamento omosessuale non si identificano nella lobby gay, anzi la subiscono. A dichiararlo è Jean Pierre Delaume Myard, già portavoce del collettivo Homovox, creato in Francia per dare la parola agli omosessuali contrari a nozze e adozioni gay, e autore del libro "Homosexuel contre le mariage pour tous" di prossima pubblicazione in Italia con Rubbettino. Delaume Myard critica il boicottaggio e la campagna d’odio condotti nelle ultime ore contro gli stilisti Dolce&Gabbana, “colpevoli” di aver difeso la famiglia naturale e criticato la pratica dell’utero in affitto. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. – Dolce&Gabbana sont victimes, pour moi, du
lobby gay comme je le suis en France. …
Doce&Gabbana, secondo me, sono vittime della lobby
gay, come lo sono io in Francia. E’ necessario sapere che se non sei sulla linea di
pensiero della Lgbt, sei emarginato e boicottato. Per esempio, io ho scritto un libro,
in Francia, e i media e le librerie si sono rifiutati di parlarne. Sono un po’ preoccupato
perché dovrebbe uscire, prossimamente, anche da voi, in Italia, con Rubettino.
D. – Dolce&Gabbana hanno criticato in particolare la pratica dell’utero in affitto, la cosiddetta maternità surrogata, legata a grandi interessi economici. Anche lei, come omosessuale, ha più volte posto l’accento su questa questione e sul bisogno che ha un bambino di avere un papà e una mamma…
R. – Dolce&Gabbana sont des personnes responsables;
elles ont raison de refuser les mères porteuses …
Dolce&Gabbana sono persone responsabili; hanno ragione
se rifiutano il concetto delle madri surrogate, intanto perché significa sfruttare
i più deboli, i più poveri. Elton John ha acquistato i suoi figli. La donna – è importante
ribadirlo – non è una merce, e oltre a questo ogni bambino ha il diritto di conoscere
suo padre e sua madre. Invece, questi benpensanti come Elton John o la sinistra europea
hanno reintrodotto la schiavitù …
D. – Ecco, questa dittatura del pensiero unico, legata alle lobby Lgbt, apparentemente tollerante ed egualitaria, non lascia spazio al dissenso – questo caso di Dolce&Gabbana lo dimostra – anche quando questo dissenso è espresso da persone omosessuali. Lei ne è stato e ne è tuttora vittima?
R. – J’en ai assez de la dictature gay : je fais
la distinction entre “gay” e “homosexuel”, e si l’on ne pense …
Ne ho abbastanza della dittatura gay: io faccio una
distinzione tra “gay” e “omosessuale”. Se non la pensi come la lobby Lgbt in quanto
omosessuale, sei forzatamente manipolato e la lobby gay ha una reazione omofoba, come
se gli omosessuali non potessero pensare con la loro propria testa. La lobby gay è
sempre più presente in tutte le istituzioni: bisogna combatterle perché non rappresentano
gli omosessuali. La lobby Lgbt vuole distruggere l’istituzione del matrimonio e la
famiglia... Non bisogna confondere “omosessuale” e “gay”: i gay sono militanti attivisti
…
D. – Questa distinzione tra “gay” e “omosessuali” e quanto lei ha appena detto, crede siano considerazioni condivise dalle persone omosessuali? Perché l’ideologia Lgbt farebbe pensare il contrario …
R. – En fait, on nous fait croire que les homosexuelles
demandent le droit à l’enfant. D’abord, …
In realtà, ci vogliono far credere che gli omosessuali
chiedono il diritto ad avere un figlio. Allora, intanto un figlio non è un diritto.
In Francia ci hanno mentito facendoci credere che per esempio la legge Taubira sul
matrimonio per tutti era stata chiesta dagli omosessuali: non è così. A chiederla
è stata la lobby gay, quella lobby gay che è molto potente in Europa è rappresentata
da Igla. In Italia, per esempio, arriveranno le unioni civili: io personalmente sono
contrario alle unioni civili come sono contrario al matrimonio gay, perché le unioni
civili porteranno con sé la questione dei figli. La nostra sessualità riguarda soltanto
noi stessi e non deve scientemente privare un bambino di un padre o di una madre.
Gli omosessuali non chiedono niente: questo pensiero non è né richiesto né condiviso
dagli omosessuali; è rivendicato da una lobby molto piccola, la lobby gay, che però
è molto potente perché ha mezzi economici e controlla i media.
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