2015-03-15 13:17:00

Giornata contro i disturbi alimentari: anoressia e bulimia si curano


Sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari. Questo l’obiettivo della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i disturbi alimentari. Ma come nasce questa giornata? Anna Zizzi ha sentito la presidente dell’Associazione per la ricerca e la cura di anoressia, bulimia e obesità, Fabiola de Clercq:

R. – L’idea di creare un Giornata Nazionale contro i disturbi alimentari nasce da un’Associazione che si chiama “Mi nutro di vita”, il cui fondatore e presidente è un padre che, quattro anni fa, ha visto morire una figlia di bulimia. La bulimia è un cancro più grave dell’anoressia, che è più visibile e quindi più facilmente trattabile. La bulimia rende la persona “invisibile”, in quanto non c’è un dimagrimento molto forte; c’è un dimagrimento che però si rende invisibile agli occhi della famiglia.

D. – Perché si è scelta come data il 15 marzo?

R. – Perché è vicino alla giornata delle donne – e il padre di questa ragazza ha fatto di tutto perché potesse essere qualcosa che coinvolgesse le donne affette da queste patologie, che sono tantissime in Italia -. La bulimia è difficilissima da trattare, ma lo si può fare con psicoterapie adeguate che implichino anche la presenza della famiglia.

D. – Cosa si può fare di più per aiutare chi soffre di disturbi alimentari?

R. – Continuare a diffondere quanto sia grave questa patologia che crea a sua volta patologie nel corpo. Parlarne vuol dire creare una cultura sul fatto che di fronte ad una patologia, anche di tipo psicologico, esiste la cura. Abbiamo una casistica enorme di donne che mantengono il peso basso anche infliggendosi la tortura della bulimia.

D. – Cosa si è pensato di organizzare per celebrare la Giornata nazionale contro i disturbi dell’alimentazione?

R. – Si è pensato di organizzare dei momenti in tutta Italia, dove ci sono persone deputate alla cura dell’anoressia e della bulimia, quindi psicologi, psicoterapeuti e testimoni affinché le donne possano capire, incontrare la gravità della malattia e poi chiedere aiuto per non morire di una dipendenza, perché trovo che sia assolutamente scandaloso morire di anoressia e di bulimia quando esistono delle cure.








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