La Conferenza episcopale filippina (Cbcp) accoglie con gioia la decisione della Corte suprema (Sc), che ha imposto con sentenza definitiva il sequestro del centro di stoccaggio del petrolio nel distretto di Pandacan, a Manila. In precedenza i vescovi avevano definito la struttura una bomba ad orologeria, un "disastro annunciato".
La Chiesa chiede che la sentenza abbia effetto immediato
In un'intervista all'emittente cattolica Radio Veritas ripresa dall'agenzia AsiaNews,
il vescovo ausiliare di Manila Broderick S. Pabillo, presidente del Comitato permanente
sugli affari pubblici (Pcpa) della Cbcp, ha espresso l'auspicio che la decisione dei
giudici abbia effetto immediato. Il prelato spiega che "è nell'interesse della salute
pubblica" che ciò avvenga il prima possibile. L'ausiliare della capitale aggiunge
che una volta trasferiti i 33 ettari del polo industriale petrolifero, utilizzato
dalle più importanti compagnie del settore, in una località in cui crei il minor danno
possibile, esso "non costituirà più una minaccia per gli abitanti di Pandacan".
L'impianto ha un impatto devastante sulla salute pubblica
Il deposito di petrolio di Pandacan è un terminal per lo stoccaggio e lo smaltimento
usato da tre giganti dell'industria petrolifera: Caltex (Chevron Corporation), Petron
e Shell. Esso sorge in un'area della capitale ad alta densità abitativa e ha un impatto
devastante sulla salute pubblica. Inoltre, negli anni si sono verificati numerosi
incidenti, fra cui esplosioni e sversamenti di carburante nell'adiacente fiume Pasig,
l'ultimo dei quali avvenuto lo scorso anno; in molti hanno dovuto ricorrere a ospedali
e cure mediche, per gravi problemi respiratori.
Il pericolo di un impianto petrolifero in pieno centro di Manila
Il prelato ricorda che la Chiesa filippina esercita da tempo pressioni sulle istituzioni,
per il trasferimento di un impianto che è fonte di gravi danni per la salute dell'uomo
e l'ambiente. Una potenziale bomba, in caso di danni derivanti da terremoti o incendi,
oppure attacchi terroristi, in grado di causare un numero elevato di vittime. "Non
aspettiamo che accada qualcosa di grave - avverte - prima di agire". Alle compagnie
petrolifere e all'amministrazione della capitale, conclude l'ausiliare, non resta
altro da fare che ottemperare alla decisione dei giudici. "È inaccettabile che vi
sia un deposito di petrolio nel pieno centro di Manila".
La Chiesa filippina sempre molto attenta alle tematiche ambientali
L'attenzione della Chiesa per la vicenda non deve stupire, perché anche in passato
i vertici cattolici filippini, e soprattutto l'arcidiocesi di Manila, hanno prestato
molta attenzione ai temi inerenti l'ambiente. Nel febbraio dello scorso anno le parrocchie
della capitale hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione per la raccolta e
lo smaltimento di rifiuti elettronico. A Luzon vertici cattolici e Ong hanno promosso
una battaglia comune pr la bonifica di terreni contaminati da scavi ed esplorazioni.
(R.P.)
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