2015-03-15 14:39:00

Chiesa indiana sotto shock dopo violenza contro suore


Chiesa indiana ancora sotto shock dopo l’attacco compiuto venerdì scorso da circa otto persone contro le religiose del Convento dedicato a Gesù e Maria a Ranagath, nello Stato del West Bengal: la superiora di 72 anni che cercava di fermare i criminali è stata violentata. Malmenate altre tre anziane consorelle. Ora sono tutte ricoverate in ospedale. La popolazione, sconvolta dall'accaduto, è scesa in piazza per chiedere giustizia. Il governo parla di "odioso crimine" che "potrebbe nascere dalla volontà di destabilizzare lo Stato". L'arcivescovo di Calcutta, mons. Thomas D'Souza, ha dichiarato: "Identificheremo i colpevoli, che devono essere puniti. Cose come questa non erano mai avvenute". Sergio Centofanti ha sentito il direttore di Asianews, padre Bernardo Cervellera:

R. – E’ un attacco contro i cristiani e un attacco contro le donne, anche. Anzitutto, qui c’è un aspetto effettivamente confessionale, cioè andare in un convento, stuprare la suora è un elemento di disprezzo verso la religione e verso il servizio che queste suore rendono, perché la scuola era conosciuta in tutto il West Bengal ed è molto apprezzata. Quindi è un po’ come buttare fango o voler distruggere quest’opera. E questo fa sospettare che, probabilmente, ci siano dietro probabilmente dei fondamentalisti indù, perché queste violenze nei riguardi delle suore sono avvenute in Orissa ai tempi dei progrom anti-cristiani e in altre parti dell’India. Però, c’è anche un elemento prettamente sociale: in India è sempre facile questo maschilismo che disprezza le donne e il problema dello stupro delle ragazze, delle donne quando vanno in giro, quando passeggiano, quando vanno in autobus è molto comune. E purtroppo, la società, i governi sembrano non fare molto caso a questo, per cui ci sono pene molto leggere per un crimine di questo genere. Un altro elemento, anche, che viene fuori è che spesso i politici indiani usano lo stupro come mezzo di pressione politica: cioè, ci sono dei politici indiani che diversi mesi fa hanno detto: “Ah, i nostri oppositori li bastoniamo e violentiamo le loro donne, le stupriamo”, e così via. Ma è una cosa pazzesca! E’ un modo di vivere che veramente è stato bollato come “barbaro” dagli stessi vescovi indiani!

D. - Qual è la situazione, oggi, dei cristiani, in India?

R. – La situazione dei cristiani in India è che sono apprezzati moltissimo dalla popolazione per il loro enorme servizio alla società. Se pensiamo che ci sono migliaia e migliaia di scuole a tutti i livelli, università, ci sono opere sociali come lebbrosari, ospedali, case di cura e così via in cui i cristiani rendono un servizio alla società – a tutti! – e oltre il 60%-70% di quelli che usufruiscono di questi servizi sono persone povere, magari sono persone non cristiane – musulmani e molto di più, indù … Quindi, è un contributo enorme alla popolazione e anche al rapporto con il mondo, perché i cristiani sono molto versatili nell’avere rapporti con tutte le culture, con Oriente e Occidente. Però attualmente, con il governo di Narendra Modi, c’è una crescita enorme di fondamentalismo indù e di violenza contro i cristiani: e questo, in tutte le parti dell’India e soprattutto negli Stati nei quali il partito di Narendra Modi, cioè il Bjp (Bharatiya Janata Party), è al potere. Non dico che sia Narendra Modi che spinge questi fondamentalisti; il problema è che questi fondamentalisti, questi gruppi di militanti armati indù, si sentono protetti da Narendra Modi che è parte dei loro gruppi.








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