2015-03-14 13:56:00

Tarquinio: Giubileo, evento non prevedibile che capovolge l'oggi


All’inizio dell’anno Papa Francesco aveva detto “Questo è il tempo della misericordia”. Ieri l’annuncio del Giubileo. Nella memoria recente c’è il Giubileo del Duemila vissuto con Papa Giovanni Paolo II. Porte di misericordia e di fede che in continuità si spalancano per tutta la cristianità, anche in maniera imprevedibile. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire:

R. – Un evento non prevedibile, perché è un capovolgimento di quello che vediamo oggi: un tempo spesso di disorientamento, un tempo di guerra, di fatica personale, capovolgimento del vivere dentro le nostre società ricche e complesse, di quelle povere, dimenticate e sfruttate.

D. – L’apertura della Porta Santa in San Pietro nella solennità dell’Immacolata Concezione 2015 avviene nel 50.mo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II: come a dire che si raccoglie una sfida per continuarla…

R. – E’ un altro modo per comprendere l’idea della Chiesa in uscita di cui ci parla il Papa. Il Concilio è stato un dono della Chiesa al mondo e uno sguardo sull’umanità che aiuta, appunto, a vivere il tempo per portarci dentro qualcosa che lo supera. E noi dobbiamo superare i limiti del tempo nel quale ci troviamo, perché è un tempo segnato da grandi domande e bisogna trovare le risposte incominciando dal guardarci dentro. Accompagnati per mano da chi ci ama, la sposa di Cristo, la Chiesa, credo che possiamo fare un buon cammino.

D. – La cura di questo Giubileo è affidata al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione: anche in questo si vede la Chiesa che esce, che cerca e abbraccia?

R. – Credo che questo affidamento, un evento così grande e così planetario che non ha limiti di continente e non ha limiti di etnia né di cultura, ci dica che la nuova evangelizzazione è il dono e l’esempio che la Chiesa può dare a questo mondo senza pace aprendo le porte – come abbiamo titolato questa mattina con l’editoriale in prima pagina: a tutti "Nessuno escluso”. Questo ci ha detto il Papa, ieri.

D. – Oggi, tutti i quotidiani hanno aperto con la notizia del Giubileo: la speranza, il perdono sulle prime pagine…

R. – Credo che il Papa ci stia aiutando a capire che la Chiesa è là dove non vorrebbero, alcuni seguaci dell’idolo denaro, che la Chiesa fosse. Tra i poveri del mondo che sono poveri dentro o poveri nelle loro tasche, è tra coloro che cercano… Questo credo sia molto importante, perché è la verità sulla Chiesa ed è una verità a disposizione di tutti gli uomini e di tutte le donne. Il Papa continua a usare due parole che ritornano frequentemente – mi colpiscono molto e mi aiutano nel mio lavoro di cronista – amore e giustizia. Queste sono le due misure. E dobbiamo stare molto attenti a non perderle e a saperle illuminare, l’una e l’altra, perché non c’è giustizia senza amore. Il nostro mondo ha bisogno di questo. L’altro titolo che c’è sulle prime pagine dei giornali di oggi parla di una possibile guerra sull’altro lato del Mediterraneo, di fronte alle nostre coste. Una guerra che si sta già combattendo e che può diventare più cattiva e più dura. Ecco, credo che un tempo di misericordia sia un tempo esemplare, anche di fronte agli orrori che vediamo e a quelli che incombono.








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