2015-03-14 23:30:00

A Roma sesta edizione di "Libri Come", Festival dedicato alla lettura


Questo fine settimana i protagonisti di Roma sono stati i lettori. Si è conclusa questa domenica la sesta edizione di “Libri Come”, il Festival dedicato alla lettura svoltosi all’Auditorium Parco della Musica. Corinna Spirito ha intervistato Marino Sinibaldi, curatore dell’evento e direttore di Radio Rai 3, sulla scelta del tema di quest’anno, la scuola:

R. – L’idea che dentro una festa ci sia anche un tema non è consueta. Spesso le feste e i festival sono un calendario, ricco di incontri che servono soprattutto a esprimere la passione per la lettura, a incontrare autori già conosciuti, scoprire autori nuovi. Noi però pensiamo che questo presenti il rischio di fare dei festival un po’ dei giardini incantati e pensiamo che i libri, dalla cultura alla letteratura, perfino la letteratura e la narrativa, abbiano anche la capacità di affrontare i grandi temi del nostro presente. Poi sono luoghi di piacere: leggere un libro è qualcosa che ci fa in gran parte evadere dalla vita quotidiana ma ci fa anche tornare con più consapevolezza. Dunque, ogni anno proponiamo un tema che decliniamo in vari modi. Ci sono molti eventi dedicati alla scuola. Soprattutto, segnalo la maratona di domenica sera perché è una bella rassegna di esperienze sulla scuola raccontata in pochi minuti. Ci ha dato la sua disponibilità a condurre Alessandro Bergonzoni, quindi pirotecnica da diversi punti di vista… Ma accanto a questi appuntamenti specifici, ci sono i grandi ospiti a “Libri come” - a cominciare da Umberto Eco che ha inaugurato la festa, ma via via tutti gli altri: Sepulveda, Tullio De Mauro, Camilleri che hanno parlato dei loro maestri, quindi raccontando anche la loro scuola da un punto di vista che forse è più importante delle riforme, delle misure che riguardano legislativamente la scuola: cioè, che cosa è la scuola, come si trasmette il sapere, che luogo di esperienza può essere, come può cambiare la vita delle persone.

D. – Fra gli ospiti, anche “Zerocalcare”, un nome forse impensabile fino a qualche anno fa su un evento sulla lettura: è cambiato lo sguardo al fumetti e alla graphic novel?

R. – “Zerocalcare” è stato il libro dell’anno di “Fahrenheit” nel 2014 e i lettori di “Farhenheit” sono lettori, non dirò tradizionali, ma molto avvertiti, consapevoli, colti, quindi altroché se la graphic novel e tutte le forme di scrittura con immagini hanno sfondato la diffidenza che c’è stata verso questi generi! Poi, in particolare, sia “Gipi” che “Zerocalcare” hanno scritto attraverso questo linguaggio dei veri e propri romanzi di formazione, dove il tema della formazione, e quindi ancora una volta dei maestri della scuola come luogo di esperienza, c’entra molto. Quindi, sia per ragioni di successo di pubblico, di affetto, di significato che hanno i suoi reportage - quello bellissimo che ha fatto da Kobane, per esempio - sia per il fatto che il tema lo riguarda da vicino, “Zerocalcare” non poteva mancare. Non c’è nessun imbarazzo ad avere un giovane autore di graphic novel, di fumetti, in un festival del libro.

D. – Come abbiamo detto, la scuola è il tema principale di “Libri Come”. Malala alle Nazioni Unite ha ricordato che lo studio e i libri sono un’arma potente. Forse spesso il ragazzi dell’Occidente lo dimenticano…

R. – Certo, lo danno per scontato. Proprio per questo, sia nell’inaugurazione con il ministro Giannini sia nei vari appuntamenti, esplicitiamo il pensiero, non solo di solidarietà, rivolto a quelle regioni del mondo dove l’istruzione è davvero un terreno di scontro evidente. Secondo me, lo è anche qua in modo più nascosto, mentre in altri luoghi lo è in modo violento: le persecuzioni dirette proprio contro l’educazione che esercita Boko Haram, per esempio, ma anche la scomparsa e il probabile massacro di 43 giovani maestri in Messico - quindi in una sfera del mondo dove non si può attribuire all’islamismo la responsabilità della violenza - ci dimostra che il tema dell’istruzione è un tema cruciale, è un terreno di scontro, di scontro reale, perché l’istruzione è una forza di trasformazione della vita e della società. Chi vuole bloccare la trasformazione della vita individuale, cioè il crescere dell’autonomia e dei diritti e delle libertà personali, e chi vuole bloccare la crescita dei diritti e delle libertà collettive lotta contro l’istruzione, vede nell’istruzione un nemico. E ha ragione: in qualche modo, ha ragione.








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