2015-03-11 15:54:00

Chiara Lubich e la politica: domani un Convegno a Roma


Dialogo, idee, proposte e testimonianze in un Convegno che, a partire dal pensiero di Chiara Lubich, vedrà politici, studiosi ed esponenti della società civile interrogarsi sul senso e le finalità della politica. L’evento, promosso dal Movimento politico per l’unità, nato nell’ambito dei Focolari, si terrà domani a Roma presso la Camera dei Deputati. Una trentina di iniziative simili si terranno tra domani e il 15 marzo in altrettante città del mondo in occasione del settimo anniversario della morte della fondatrice del Movimento dei Focolari. Ma che cos’era per Chiara la politica? Adriana Masotti lo ha chiesto a Letizia De Torre, presidente del Centro internazionale del Movimento politico per l’unità:

R. – La politica, per Chiara, era l’amore degli amori, cioè la forma più alta di amore sociale. Lei vedeva la politica come uno sfondo, uno scenario su cui tutte le altre realtà della società si potessero esprimere per costruire la convivenza umana.

D. – Un valore cardine del pensiero politico di Chiara è la fraternità. Dove invece trovare più facilmente il conflitto, il contrasto, se non in politica?

R. – Sì, per Chiara la visione di come fare politica in una parola la si potrebbe chiamare “dialogo”. Però, quello alla sua maniera, quello del suo carisma che è l’unità. Non l’unità intesa come qualcosa di uniforme, tutti che pensano nella stessa maniera, tutti che fanno le stesse scelte: no. Un’unità nella libertà e nella distinzione, anche delle visioni politiche. Quindi, il dialogo tra le forze politiche, il dialogo tra gli Stati, il dialogo a tutti i livelli che Chiara immaginava nella politica, poggiava su questo: sul riconoscimento dell’altro, sulla reciprocità fino a dire: “Io devo amare la patria altrui come la mia”.

D. – Ecco, e più tardi è nato il Movimento politico per l’unità che in particolare, appunto, vuole incarnare questo stile…

R. – Sì, questo è accaduto nel ’96 a Napoli. Nacque questa idea: “Insieme per l’unità”, quindi un movimento politico per l’unità. E’ stato definito da Chiara Lubich stessa una corrente di cultura politica. Non è un partito ma un luogo dove ci si incontra, ci si confronta con i grandi valori – gli ideali evangelici ma anche gli ideali di altre fedi, di alte culture… E questo, anche sui temi concreti. Un confronto che, nel rispetto delle proprie culture politiche, può essere portato e offerto lì dentro, dove uno lavora: nel proprio partito, nel proprio assessorato, nel governo…

D. – Dunque, nei prossimi giorni ci saranno in diverse parti del mondo Convegni su Chiara Lubich e la politica, e domani anche qui a Roma, alla Camera dei deputati...

R. – Ci saranno una trentina di eventi nel mondo e qui in Italia l’evento si terrà alla Camera dei deputati. Al mattino ci saranno giovani – 300 giovani – per metà provenienti da 42 Paesi del mondo e per metà italiani, delle scuole di partecipazione politica che, appunto, sono nate con Chiara Lubich. Nel pomeriggio, invece, ci sarà il Convegno vero e proprio, rivolto ai politici, rivolto ai parlamentari. E’ un’occasione per approfondire, ma concretizzata dentro la prassi politica, questa visione di unità, questa visione di unità nella diversità.

D. – Suona particolarmente attuale il tema scelto per questo anniversario – la politica – in un momento in cui c’è tanta diffidenza, invece, nei riguardi della politica…

R. – Sì, ma è proprio perché occorre cambiarla, occorre farla nuova, occorre riportarla all’interesse generale. Chiara Lubich nel Duemila parlò ancora in parlamento e lanciò un “Patto di fraternità per l’Italia” in cui si mettesse l’interesse e il bene del Paese al di sopra di ogni interesse personale. E’ il tempo in cui dobbiamo girare pagina e occorre che chi fa politica veramente si dia totalmente al bene del proprio popolo e anche degli altri popoli. Questo è evidente e chiama ciascuno di noi, perché la politica non la si fa solo nei palazzi della politica, come affermeremo al Convegno, ma la si fa anche ogni giorno, nella nostra vita. Quindi, chiama ciascuno di noi a un impegno nuovo verso il bene comune.








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