2015-03-09 16:00:00

Save the children: sbloccare legge per accoglienza minori


I minori non accompagnati, giunti in Italia dopo la traversata, non devono essere lasciati soli. Questo l’appello che “Save the Children” fa al Governo, affinché sblocchi la legge su accoglienza e protezione proposta nel 2013. Sull’argomento Anna Zizzi ha intervistato il responsabile del Dipartimento Policy e Advocacy dell’Associazione, Matteo Rebesani:

R. – Da troppi anni noi abbiamo constatato, lavorando in frontiera, come il sistema italiano di accoglienza dei minori stranieri non sia adeguato. Per questo nel 2013 abbiamo promosso una proposta di legge e abbiamo cercato di condividerla con le altre associazioni che si occupano di minori, ma soprattutto con le forze politiche, per presentare un testo in parlamento. Purtroppo, a distanza di un anno e mezzo, questo testo ora è in fase di discussione e abbiamo notato, negli ultimi mesi, ritardi che ci spingono ad alzare la voce e chiedere invece che il parlamento agisca il prima possibile.

D. – La legge su accoglienza e protezione cosa garantirebbe ai minori non accompagnati?

R. – Garantirebbe intanto la certezza di essere accolti. Quello che noi chiediamo è che ci sia un sistema certo ed efficiente di accoglienza, in modo che ogni minore che arriva sul nostro territorio riceva una prima accoglienza, venga subito capito qual è il suo interesse, che potrebbe anche quello di rintracciare la propria famiglia in Europa o anche nel Paese di origine, ma soprattutto venga accolto in strutture adeguate in tempi certi. La legge per i minori stranieri propone di adottare il sistema SPRAR, quello per i richiedenti asilo, che è un sistema in cui i comuni mettono a disposizione i posti e i minori possono essere accolti quindi con certezza.

D. – Quanti sono i minori giunti in Italia quest’anno?

R. – Nel 2014 erano circa 26 mila di cui la metà non accompagnati. Per quanto riguarda i minori accompagnati sono minori che vengono quasi sempre con le loro famiglie, soprattutto dalla Siria, e gli altri vengono soprattutto dall’Egitto, dal Corno d’Africa. Sono molti, tantissimi rispetto agli anni precedenti e, soprattutto, sono minori che arrivano dopo viaggi lunghissimi e che però, spesso, per la famiglia che li manda in Italia rappresentato quasi un investimento.

D. – L’Italia in termini di accoglienza fa abbastanza?

R. – Sta facendo molto naturalmente però non sta facendo abbastanza perché non è supportata anche dagli altri paesi dell’Unione europea e perché non è supportata probabilmente neanche da tutte le regioni italiane. Noi vediamo una disomogeneità nella disponibilità ad accogliere i migranti, non solo i minori, proprio nelle strutture di accoglienza; ci sono regioni come la Sicilia, il Lazio e la Puglia che accolgono molto e altre regioni come il Veneto che invece accolgono poco.

D. – Come interviene “Save the Children” per andare in aiuto dei minori giunti in Italia?

R. – Siamo a Lampedusa, siamo in Puglia, siamo in Sicilia, proprio per accompagnare il minore fin dal primo momento nel suo percorso di accoglienza e di integrazione. E’ sempre più difficile, naturalmente, essere presenti e anche materialmente poter dare loro beni di sussistenza immediati, vestiti nuovi con cui coprirsi. Quello che chiediamo al governo e all’Europa è di garantire i mezzi per soccorrere in mare i migranti.








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