Un incontro di dialogo per affrontare il nodo della mancata elezione del Presidente della Repubblica libanese ha riunito martedì scorso rappresentanti del patriarcato maronita e del Partito sciita di Hezbollah. L'incontro si è svolto nella periferia sud di Beirut, e ha coinvolto il vescovo Samir Mazloum e l'ex leader della Lega Maronita, Hareth Shehab, per la parte cristiana maronita, mentre Hezbollah era rappresetnato da Mahmoud al-Qmati e Mustafa al-Hajj Ali.
Il Libano è senza Presidente dal maggio 2014
Durante i colloqui – riportano le fonti libanesi riprese dall'agenzia Fides – sono
stati analizzati gli effetti negativi che la mancata elezione del Presidente sta avendo
su tutta l'attività istituzionale del Paese. Il Libano è formalmente senza Presidente
dal 25 maggio 2014. Nel delicato sistema istituzionale libanese la carica di Capo
dello Stato spetta a un cristiano maronita, ma i leader politici maroniti presenti
nei due blocchi politici che dominano la vita politica del Paese – a cominciare da
Michel Aoun e Samir Geagea – non trovano un accordo sul nome su cui far convergere
i voti dei parlamentari.
Possibile soluzione legata ad un accordo sul nucleare iraniano
La prossima sessione parlamentare per verificare se le cose si sono sbloccate è fissata
per l’11 marzo. Ma tutti gli osservatori danno già per certo che anche quella seduta
non produrrà effetto per mancanza del numero legale. Fonti vicine al patriarcato maronita,
contattate dall'agenzia Fides, confidano nella possibilità che anche la questione
dell'elezione presidenziale libanese possa arrivare a soluzione per “effetto collaterale”
dell'accordo sull'energia nucleare che l'Iran si appresta a sottoscrivere con il gruppo
dei “5+1” (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Usa+Germania). (G.V.)
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