2015-03-04 15:05:00

Mons. Vella: pronti a dare la vita per la nostra gente


All’udienza di Papa Francesco con i vescovi amici del Movimento dei Focolari c’era anche l’italiano mons. Rosario Saro Vella, vescovo di Ambanja nel Madagascar che con altri 60 presuli di 35 Paesi partecipa al Convegno in corso a Castelgandolfo fino a venerdì prossimo. A lui Adriana Masotti ha chiesto di raccontare il momento vissuto con il Papa:

R. – E’ stata una cosa bellissima perché all’inizio c’è stato il nostro saluto, fatto dal cardinale Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok, che ha presentato al Papa i vescovi amici del Movimento dei Focolari, mettendo in risalto l’unità che noi vogliamo fare insieme con il Papa, soprattutto i vescovi che vengono dai punti veramente difficili. E abbiamo detto che siamo pronti a vivere insieme con il Papa una collegialità effettiva ed affettiva. E il Papa ha capito subito questo nostro desiderio e questa nostra prontezza ed era tanto, tanto contento.

D. – Il Papa vi ha poi parlato dell’Eucaristia e del vescovo come “pane spezzato per la vita di molti”…

R. – Eucaristia e unità hanno un legame inscindibile anzi, ci diceva il Papa, senza l’Eucaristia l’unità resterebbe un sentimento umano da realizzare solo con le nostre forze e quindi non riusciremmo, mentre con l’Eucaristia c’è la garanzia che questa unità verrà realizzata. E ci ha incoraggiato a vivere nelle situazioni più difficili come quelle di guerra, sia l’Ucraina, sia la Siria, l’Iraq, la Libia, ma incitava un po’ tutti noi a essere pronti a dare la vita. Credo che ognuno di noi abbia fatto proprio questo passo.

D. – L’Eucaristia è anche il tema dell’incontro che state vivendo in questi giorni: qual è l’obiettivo di questo vostro incontrarvi?

R. – Noi come vescovi e come sacerdoti celebriamo giornalmente l’Eucaristia, ma noi vorremmo rivivere l’Eucaristia non solo sull’altare ma giornalmente, insieme con tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che vivono la stessa fede, che è proprio un ringraziamento, è una lode al Signore che viene da tutte le parti della terra.

D. – La sua diocesi si trova nel nord del Madagascar: qual è la realtà della sua gente?

R. – Noi, grazie a Dio non abbiamo la guerra, quindi è un grande dono di cui sempre ringraziamo il Signore, però la nostra gente soffre tanto per la povertà. Ad esempio, noi abbiamo avuto già diversi cicloni e poi una pioggia molto, molto intensa che ha procurato in tante parti inondazioni. Allora, che cosa vuol dire l’inondazione per questa gente che non ha niente? Vuol dire che i raccolti e le coltivazioni sono compromesse. Infatti, proprio prima di partire, insieme con la gente, ci siamo radunati per decidere cosa fare e ci hanno chiesto: “Padre, dateci sementi perché noi dobbiamo ripiantare di nuovo”. Quindi, è veramente un ricominciare, ricominciare da capo.

D. – Insomma, una vita di condivisione, la sua, con tutte queste necessità?

R.  – Sempre noi vogliamo condividere la vita della gente, perché la gente per noi è la nostra famiglia: famiglia che ha legami, tante volte, molto più forti dei legami di sangue. Quindi, noi siamo immersi giornalmente nella vita di tutti.








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