2015-03-04 12:19:00

Brasile, scandalo Petrobas: indagini su oltre 50 politici


Aspre polemiche in Brasile, investito da una grave vicenda di corruzione. La Corte Suprema sta indagando su 54 politici sospettati di aver ricevuto tangenti dal colosso petrolifero pubblico Petrobras. Nel sistema messo in atto, i politici avrebbero beneficiato di fondi neri pari a quasi quattro miliardi di dollari. Massimiliano Menichetti ha parlato della situazione del Paese con il prof. Diego Corrado docente di diritto internazionale all'Università Bocconi e autore del libro "Brasile senza maschere":

R. – Questa è un’inchiesta che va avanti ormai da molti mesi: giorno per giorno coinvolge l’uno o l’altro politico. Ricorda un po’ l’epoca di Tangentopoli dell’inizio degli anni Novanta in Italia… Il Brasile ha un problema di governance e non ha un sistema istituzionale efficiente, come tutti i Paesi che sono usciti recentemente da una dittatura: che qui è finita nel 1984-85. La Costituzione del 1988 prevede in Brasile un sistema di pesi e contrappesi che causa un sistema di tipo quasi consociativo, dove è necessario che molti partiti si coalizzino per consentire al presidente di governare. Questo crea molta opacità e a volte necessità di comprare tra virgolette, ma a volte anche in modo esplicito, il voto di questo o di quel partito di opposizione.

D. – Ci troviamo, dunque, di fronte ad un Paese che ancora è mal organizzato a livello istituzionale, secondo lei?

R. – Ha una organizzazione che certamente era efficace ed efficiente al momento dell’uscita dalla dittatura. Il Brasile ha un sistema presidenziale in cui il presidente, il capo dell’esecutivo, è eletto a suffragio diretto da tutti gli elettori, 140 milioni di elettori e quindi ha un mandato fortissimo; dopodiché il parlamento è eletto con un sistema proporzionale, quindi un parlamento molto frastagliato. Per dare un’idea: le coalizioni di governo di Dilma Rousseff  hanno 10-12 partiti al loro interno. Per cui comporre le differenze politiche, con un arco così ampio, è estremamente difficile e spesso questi compromessi non sono solo di natura politica, ma - come ci dice la cronaca recente, ma ricorrente di questi ultimi anni - sono anche di natura corruttiva. Non ci dimentichiamo che nel 2005, quando ancora era presidente Lula, è esploso il cosiddetto “Scandalo del mensalão”: parlamentari di opposizione ricevano pagamenti mensili affinché votassero le misure del governo.

D. – Il Brasile è un colosso energetico, ma non mancano i problemi: qual è la situazione?

R. – Il Brasile viene da anni di stagnazione e quello che si prospetta nel 2016 è l’inizio di una recessione. E questo perché si è un po’ esaurito un ciclo virtuoso basato sul fatto che avesse trovato una grande stabilità politica ed economica negli ultimi 15-20 anni ed avesse grandemente beneficiato della notevole espansione – come Cina, India, ma anche Stati Uniti – nei primi anni 2000. Ora si verificano una serie di problematiche: un rallentamento generale, un problema di competitività dovuto ad una scarsa produttività, perché ha investito poco negli ultimi anni. Altro problema è l’inflazione crescente, la necessità di fare investimenti, ma ci sono tassi di interesse molto alti: la Banca Centrale è stretta in una morsa, perché da un lato dovrebbe abbassare i tassi, che sono del 12-13 per cento, dall’altro non li può abbassare perché la memoria dell’inflazione è molto alta e troppo recente, da diversi anni infatti l’inflazione sta sforando l’obiettivo del governo che è del 6,5 per cento. Quindi una situazione piuttosto difficile, impastoiata da mille lacci e lacciuoli che non passo presagire tempi rosei per il futuro.

D. – C’è consapevolezza, secondo lei, da parte della presidenza di questa situazione così negativa?

R. – Dilma Rousseff - che tra l’altro ha vinto le elezioni con il più basso margine delle ultime quattro elezioni e quindi quelli che erano dei plebisciti per Lula prima e anche per lei nel primo mandato, si sono ridotti ad una vittoria risicata - è da un lato consapevole, ma dall’altro non ha ancora dimostrato di aver scelto quale via perseguire. Non dimentichiamo neanche che politicamente è costantemente sotto attacco di questo scandalo di corruzione della Petrobras che, giorno dopo giorno, coinvolge l’uno o l’altro politico.








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