2015-03-02 13:48:00

Siria: liberati 19 dei 220 cristiani in mano ai jihadisti


Nel pomeriggio di ieri, sono stati rilasciati e sono arrivati ad Hassakè 19 dei 220 cristiani assiri presi in ostaggio dai jihadisti del sedicente Stato Islamico che li avevano prelevati durante l'offensiva da loro compiuta il 23 febbraio nell'area dei villaggi cristiani disseminati lungo il fiume Khabur, nella provincia nordorientale siriana di Jazira. “Si tratta di un gruppo esiguo, se paragonato alle centinaia di cristiani ancora prigionieri del Daesh (acronimo arabo usato per indicare l'Is, ndr), ma le trattative continuano per liberare anche gli altri, e abbiamo la speranza che ciò sia possibile” riferisce all'agenzia Fides l'arcivescovo Jacques Behnan Hindo, a capo dell'arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi.

La liberazione grazie ai leader delle tribù musulmane locali
I capi delle Chiese e delle comunità locali cercano di tenere aperti i contatti e i negoziati con i miliziani dell'Is attraverso la mediazione di alcuni leader tribali musulmani locali. “Il momento è delicato - spiega l'arcivescovo siriano - e ogni iniziativa o parola non calibrata e presa senza ponderazione può aumentare i rischi per tutti”.

No della Chiesa alle milizie cristiane di auto-difesa
A questo proposito, mons. Hindo commenta negativamente il comunicato pubblicato ieri in cui le milizie di auto-difesa presenti in Iraq e legate all'Assyrian Democratic Movement si sono dette pronte a intervenire in territorio siriano per difendere i cristiani di Jazira dagli attacchi jihadisti. “In questo frangente frantumato di guerra - spiega l'arcivescovo - tirar fuori le milizie cristiane può alimentare equivoci e strumentalizzazioni, aumentando i rischi per i rapiti. Se vogliono combattere contro il Califfato, si arruolino con le forze regolari o coi curdi, senza creare altre milizie confessionali”.

I villaggi assiri ancora nelle mani dei jihadisti
I 19 sequestrati rilasciati domenica appartengono al villaggio di Tel Goran. Tra di loro ci sono due donne, una delle quali è incinta e ha dovuto lasciare in mano ai jihadisti una figlia di 6 anni. Intanto le milizie curde e anche l'esercito siriano hanno ripreso il controllo di settori dell’area prossima a Quamishli, ma non hanno ancora provato a recuperare i villaggi assiri della valle dal Khabur. “Da quando è iniziata l'offensiva jihadista su quei villaggi - ripete l'arcivescovo Hindo - le incursioni aeree della coalizione internazionale contro le postazioni dello Stato islamico sono stranamente state sospese”. (G.V.)








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