“La legge sull’aborto è incostituzionale”: scrivono così i vescovi della Repubblica Dominicana (Ced) in un lungo messaggio diffuso ieri, in occasione della Festa dell’Indipendenza del Paese. Lo scorso dicembre, infatti, nel Codice Penale, è stata introdotta la depenalizzazione dell’aborto in caso di violenza, incesto e malformazioni del feto incompatibili con la vita. Ora si attende la promulgazione della legge attuativa. Dal canto loro, i presuli si dicono “confortati” dal fatto che numerose istituzioni abbiano fatto ricorso al Tribunale Costituzionale affinché gli articoli del Codice Penale che “appoggiano o aprono alla possibilità dell’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg)” siano “dichiarati incostituzionali”. Al contempo, “in nome della giustizia e della pace”, la Ced ribadisce il suo “pieno sostegno alla difesa della vita”.
Promuovere la pace e la giustizia
Ma la questione dell’Ivg è solo uno dei tanti temi affrontati dai vescovi dominicani
nel loro messaggio: il testo, infatti, costituisce un’analisi dettagliata delle luci
e delle ombre della Repubblica Dominicana e sottolinea l’importanza di promuovere
la giustizia e la pace. Partendo dal presupposto che “la pace non si riduce al mero
benessere materiale”, ma che si raggiunge nel legame con la giustizia, in comunione
con Dio, “vivendo il modo retto ed integro”, i presuli sottolineano, innanzitutto,
gli aspetti positivi della realtà nazionale, come la presenza di valori importanti
quali la solidarietà e l’ospitalità; l’aumento di organismi comunitari che risvegliano
la partecipazione della popolazione al dibattito pubblico; la difesa dell’ecologia;
gli sforzi compiuti per migliorare il sistema educativo; gli incentivi all’economia
agricola ed alle microimprese, inclusi “i progetti di economia solidale con prestiti
a basso interesse per i piccoli e medi imprenditori” e le tante aziende “a vocazione
sociale”.
Preoccupazione per le violenze sulle donne
La Chiesa dominicana mette in guardia anche dalla diffusione, da parte dei media,
di “un modello di vita consumistico” che va a detrimento soprattutto dei giovani;
condanna viene, inoltre, espressa nei confronti del gioco d’azzardo, dell’alcolismo,
dell’irresponsabilità della polizia, percepita dalla popolazione più “come una minaccia
che come un’alleata”. I presuli dicono no anche all’impunità, “frutto di una mancata
applicazione della giustizia”, soprattutto a livello istituzionale; e un allarme viene
lanciato per la “degenerazione dell’ambiente familiare” in cui crescono i casi di
femminicidio e di violenza sulle donne, favoriti anche da “una cultura che li ritiene
legittimi”.
Creare una “cultura del diritto” e difendere la vita sin dal concepimento
Nell’ultima parte del messaggio, la Ced avanza proposte concrete per la realizzazione
della giustizia e della pace nel Paese: in particolare, i presuli suggeriscono ai
politici di instaurare “un dinamismo economico” che migliori la vita della popolazione
in ogni ambito, puntando alla riqualificazione delle istituzioni e del servizio pubblico
e dedicando attenzione ai più indigenti, affinché abbiano “una vita dignitosa”. Essenziale,
in quest’ottica, la creazione di “un’autentica cultura del diritto”, radicata nell’impegno
di tutti nella “difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale” e lontana
dalla rivendicazione di “diritti individuali a scapito di quelli universali”.
Nel Messaggio anche allarme povertà
Altri temi toccati nel lungo messaggio dei vescovi: allarme povertà per il 40% della
popolazione dominicana; la corruzione che genera iniquità e sfiducia nelle istituzioni;
il dramma del marcotraffico e di un sistema sanitario precario; leggi più giuste sul
lavoro e normative democratiche; promozione della pace e della giustizia. In particolare
il Messaggio esalta l’operato dei sacerdoti in favore del prossimo. (I.P.)
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