2015-02-28 15:42:00

Forum delle università a Roma. Vallini: promuovere cultura incontro


E' necessario creare una rete di comunicazione tra tutti gli atenei romani e le istituzioni, perchè solo così si arriverà davvero ad incontrare la città. Queste le conclusioni del Forum delle università sul tema "L'università per la cultura dell'incontro nella città", che si è svolto a Roma nel Palazzo Lateranense. L'incontro, è stato promosso dall'Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria in collaborazione con il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, e ha visto per la prima volta riuniti tutti i rettori delle università della capitale. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Una università che diventa luogo d’incontro per la città, dal centro alle periferie e che si apre attraverso il web a tutti con lezioni gratuite e scaricabili: sono questi gli obiettivi dei rettori degli atenei della capitale delineati nel Forum delle università. Ascoltiamo Ciro Attaianese, presidente del comitato del coordinamento regionale delle università del Lazio:

R. - Un incontro con la città si può concretizzare in tante forme come quella che oggi viene comunemente chiamata “la terza missione” quindi contribuire allo sviluppo di un territorio, di un rione, di un quartiere. A Roma, in particolare, ma credo anche all’estero abbiamo tanti esempi. Però, credo che un incontro con la città si organizza soprattutto attraverso l’incontro con i suoi studenti, visti non semplicemente come utili impiegati, ma come cittadini da formare anche dal punto di vista valoriale. Credo che questo sia l’aspetto più importante: l’università deve puntare, oltre a formare competenze e creare conoscenze, a creare quei valori che sono alla base del nostro stare insieme.

D. - Può essere utile creare una rete di comunicazione tra i vari atenei, secondo lei?

R. - Credo che potrebbe essere utile, in qualche modo, condividere fra i diversi atenei quelle che sono le esperienze in materia per evidenziare le criticità e superarle, ma soprattutto per individuare quelle che sono le migliorie pratiche e magari condividerle.

D. - Tanti sono i giovani oggi che abbandonano le università. In che modo l’università può aiutarli?

R. - Il modo più importante – lo dico sempre ai miei collaboratori – è innanzi tutto quello dell’ascolto, perché spesso i ragazzi si trovano a fronteggiare queste difficoltà e a non avere un momento di confronto con chi magari potrebbe dargli una mano. Per cui credo che sia fondamentale recuperare un rapporto di prossimità tra la struttura, e le persone che incarnano la struttura, e lo studente.

D. - Molti atenei sono collocati nelle periferie della città. Possono essere anche un punto di incontro, un’occasione di incontro?

R. - Certamente. L’università, attraverso le sue manifestazioni culturali, sociali, rappresenta sicuramente un momento di incontro fondamentale e quindi un momento di socializzazione che deve sottolineare quelli che sono i valori comuni al nostro stare insieme, quindi rafforzare la coesione sociale. Da questo punto di vista, credo che il ruolo dell’università sia insostituibile perché coniuga cultura, competenze, valori e quindi promuove in qualche modo lo stare insieme.

Ma in che modo le università possono essere d'appoggio ad una città come Roma, che racchiude molteplici realtà sociali? Ascoltiamo il cardinale vicario Agostino Vallini:

R. – Innanzitutto, a mio parere, aiutando la città e le sue istituzioni a riflettere sui veri bisogni, a studiare questi fenomeni, comprendere le sfide moderne attuali  - talvolta drammatiche - per poter trovare delle soluzioni di servizio all’uomo. Non è un fatto positivo che i diversi settori della vita di una città vivano senza collegarsi ed integrarsi pur nella diversità e nella specificità dei propri ambiti. Noi vorremmo aiutare l’università e collaborare con l’università, perché assolva questa funzione per il beneficio della città. Il tema di fondo era quello della cultura dell’incontro. Questo è un tema quanto mai importante. Il Santo Padre lo aveva incoraggiato all’indomani dei fatti di Tor Sapienza, la diocesi lo ha ripreso con una mia lettera inviata a tutti i parroci … Questo è un ambito della vita della città dove questa riflessione porterà certamente dei frutti. Sono speranzoso perché ho visto tanto entusiasmo da parte dei rettori e di tutti i partecipanti.








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