2015-02-22 13:57:00

Nuovo video-choc dell’Is, 21 prigionieri curdi in gabbia


Il sedicente Stato islamico continua a sollevare lo sdegno di tutto il mondo con la sua propaganda. In un nuovo terribile video,, diffuso sul web, sono mostrati 21 peshmerga curdi, ciascuno dentro una gabbia, fatti sfilare per le strade di una località irachena. E su Twitter sono circolate nuove minacce a Roma e L’Italia, mentre i media arabi lanciano l’allarme sugli arsenali chimici in Libia trafugati dalle milizie islamiste. Il servizio di Marco Guerra:

La barbarie non la limiti nelle aree controllate dal sedicente Stato islamico e le brutalità contro il nemico sono ormai il principale strumento di propaganda. L’ultimo video diffuso dai miliziani dell’Is mostra 21 peshmerga curdi portati a bordo di pick-up per le strade di una città irachena nella provincia di Kirkuk, ciascuno rinchiuso dentro un gabbia simile a quella dell’uccisione del pilota giordano. I prigionieri indossano le famigerate tute arancioni e sono esposti come in una pubblica gogna davanti ad una folla di sostenitori dell’Isis. Il filmato sembra il preludio a una nuova esecuzione di massa, ma al momento i jihadisti non hanno fornito informazioni sulla sorte dei 21 curdi.

Blitz turco in Siria
Intanto nella notte la Turchia ha effettuato un blitz in territorio siriano controllato dall’Is, per evacuare i 38 soldati turchi di guardia al mausoleo di Suleyman Shah. Ankara ha inoltre trasferito le spoglie del nonno del fondatore dell'Impero ottomano e ha distrutto il complesso per impedire che venisse occupato dai miliziani integralisti. E resta caldissimo anche il fronte libico. Nelle ultime 48 ore, 25 jihadisti di Ansar al Sharia, formazione affiliata allo Stato islamico, sono morti in combattimenti a Bengasi, mentre secondo alcuni media arabi le milizie filo-islamiche hanno trafugato “armi chimiche” da arsenali di province centrali e meridionali del Paese. Tuttavia, non si tratterebbe di armamenti pronti all'uso. E dai jihasiti libici arrivano via twitter le nuove minacce a Roma e l’Italia, in riferimento al ruolo guida che il governo italiano vuole giocare per la stabilizzazione della Libia.








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