2015-02-22 18:33:00

In Libia attentato alla sede diplomatica iraniana


E’ stato rivendicato dall’Is l’attacco di oggi in Libia all’ambasciata iraniana, mentre sul web è comparso un nuovo video shock che mostra in Iraq 21 peshmerga curdi rinchiusi in delle gabbie ed esposti ad una gogna pubblica. I jihadisti lanciano anche nuove minacce all’Italia, mentre l’Onu lavora per il dialogo. Cecilia Seppia

Dopo l’attacco alla residenza dell’ambasciatore iraniano Hossein Akbari, a Tripoli, molti Paesi tra cui l’Italia, sono stati costretti a chiudere temporaneamente le loro sedi diplomatiche in Libia. E mentre a Derna, città del nord-est, si spacca il fronte dei jihadisti, con un gruppo che condanna l’attentato di venerdì al Al Qubah, costato la vita ad oltre 40 persone, le Nazioni unite sarebbero ad un passo dall’annunciare la ripresa di un dialogo tra gli esponenti dei due parlamenti libici rivali, a Rabat, in Marocco, con la mediazione dell’inviato Onu Bernardino Leon.

Ma è dall’Iraq che arriva l’ennesima prova della brutalità dello Stato islamico: un video diffuso sul web mostra 21 peshmerga curdi rinchiusi in gabbie e fatti sfilare in parata, a bordo di pick-up, nella provincia di Kirkuk: tutti hanno indosso le famigerate tute arancioni, e dalle immagini sembra il preludio ad una nuova esecuzione di massa. Il video potrebbe essere una risposta all’annuncio della grande offensiva per riconquistare la città di Mosul, che dovrebbe partire ad aprile o maggio con l’impiego di 20 - 25 mila militari, iracheni e curdi. Le forze armate turche hanno invece compiuto due incursioni in territorio siriano e riportato in patria il feretro di Suleyman Shah, nonno del fondatore dell’Impero ottomano, e 40 soldati di Ankara, ostaggio dell’Is.








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