Un vibrante appello contro i nazionalismi e le esclusioni politiche e sociali: a lanciarlo è la Conferenza delle 31 Commissioni giustizia e pace d’Europa in una nota in cui chiede “ai dirigenti politici di ogni livello ed agli attori della società civile di manifestare una reazione ferma alla crescita del razzismo e della xenofobia nel continente”. “Si tratta di garantire il rispetto dei diritti di ogni individuo e di trovare l’unità nella diversità per una società veramente umana”, afferma la nota. Quindi, si riconosce come “legittima” la rivendicazione dell’autonomia nazionale di alcuni partiti politici, purché essa sia “perseguita in maniera democratica e non violenta, nel pieno rispetto degli altri”.
Tutelare le minoranze. No a slogan nazionalisti semplicistici
“Le nazioni, le culture e le minoranze presenti in ogni Stato – prosegue il documento
congiunto – hanno il diritto di essere rispettate”, anche se si è “fieri della nostra
comunità locale”, “della nostra lingua o della nostra cultura nazionale”. Di qui,
la messa in guardia delle Chiese europee contro chi cerca “il potere e la popolarità
grazie a programmi politici semplicistici e slogan che lanciano un’idea di prosperità
e sicurezza legata a misure nazionalistiche unilaterali, a scapito di altri popoli”.
Partiti e schieramenti che usano tali mezzi ed a cui “alcuni mass-media fanno da cassa
di risonanza”, spiegano le Commissioni, mettono in atto “un paradigma di esclusione
che aggrava la situazione”.
Ingiustizia ed emarginazione non creano pace
“Il nazionalismo dell’esclusione – così lo definisce la nota – è contrario alla dignità
umana, rappresenta la negazione della giustizia e minaccia la coesione sociale a livello
nazionale ed europeo”. Per questo, Giustizia e pace esorta ad opporsi al nazionalismo,
anche in forza di quel “rispetto della dignità umana che deriva dal credere in Cristo
e nella creazione dell’uomo fatto a Sua immagine e somiglianza”. “Ingiustizia ed emarginazione
di una parte della società – sottolineano ancora le Chiese d’Europa - non creeranno
mai le condizioni di una comunità pacifica”.
Chiudere frontiere ai migranti è disumano
Poi, il documento si sofferma sulla migrazione, definendola “il fondamento dell’esistenza
umana”: “Ignorare questa realtà e tentare di chiudere ermeticamente le frontiere ai
flussi di migranti – prosegue la nota – è irrealistico e disumano”. Sono altre, invece,
le soluzioni da valutare a livello sia nazionale che internazionale: “condividere,
nel contesto europeo, la responsabilità dell’accoglienza dei rifugiati in difficoltà;
contribuire alla definizione, nell’ambito del diritto internazionale, di una risoluzione
pacifica dei conflitti; rilanciare l’aiuto allo sviluppo per dare alle persone la
possibilità di scegliere se restare o meno nei loro Paesi d’origine; integrare gli
stranieri nelle comunità”. Tanto più che – sottolineano le Commissioni – senza le
migrazioni, gli europei sarebbero incapaci di portare avanti alcuni servizi sociali,
come ad esempio la cura delle persone anziane.
Razzismo e xenofobia sono inaccettabili moralmente e legalmente
Quindi, pur ribadendo che “l’Unione europea si è resa responsabile della crisi economica
attuale, delle disuguaglianze sociali e della disoccupazione”, la nota sottolinea
che essa tuttavia “resta uno strumento per il mantenimento della pace e la risoluzione
dei conflitti nel continente”. “La guerra tra le nazioni – infatti – è la peggiore
delle cose e la violenza razzista e xenofoba, nelle parole e negli atti, è inaccettabile
dal punto di vista morale e legale; per questo deve essere condannata pubblicamente
e sanzionata”. “La visione cristiana di una giustizia e di una pace universale – sottolinea
inoltre la nota congiunta – richiama alla solidarietà ed al rispetto di tutti”, perché
è proprio in un quadro “più ampio di bene comune universale che si possono difendere
nel modo migliore gli interessi nazionali autentici”.
Valorizzare dignità umana, elemento essenziale dell’Europa
Infine, le Commissioni giustizia e pace fanno alcune raccomandazioni ai responsabili
politici ed alla società d’Europa: attuare una politica economica e sociale che valorizzi
il settore lavorativo; concepire politiche europee di migrazione che siano coerenti,
con responsabilità condivise e capaci di contrastare tutte le forme di migrazione
forzata; impegnarsi in favore dell’integrazione; promuovere la coesione sociale; contestare
tutte le espressioni di retorica nazionalista, sia nella vita pubblica che in quella
privata; rafforzare la democrazia, la solidarietà ed il rispetto della dignità umana
attraverso l’educazione e l’esempio; valorizzare la dignità dell’uomo come “elemento
essenziale del patrimonio comune europeo”. (A cura di Isabella Piro)
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