2015-02-19 14:50:00

Caritas Europa: cresce povertà e diseguaglianza, politiche sbagliate


“Crescono povertà e diseguaglianze in Europa: servono modelli sociali più equi”. La denuncia arriva dalla Caritas Europa - organismo ecclesiale presente in 46 Paesi del Continente - che stamane a Roma ha presentato alla stampa il terzo Rapporto sull’impatto della crisi economica nei sette Paesi più deboli dell’Unione Europea. Il servizio di Roberta Gisotti:

Grecia, Romania, Spagna, Portogallo, Cipro, Irlanda ed anche Italia: le economie più fragili per disoccupazione, povertà, esclusione, instabilità sociale. In media quasi 1 cittadino su 3 in questi Paesi è povero, oltre il 14% vive in povertà assoluta con punte del 28% in Romania e del 20% in Grecia. Il 16% è disoccupato contro il 10 della media europea, con punte del 58% fra i giovani greci, mentre l’Italia vanta il triste primato del 22% di ragazzi tra 15 e 24 anni che non lavorano, non studiano e non si formano. Walter Nanni responsabile dell’Ufficio Studi della Caritas Italiana:

R. – Osserviamo sempre di più un’Europa a due velocità, in cui alcuni Stati non hanno risentito della crisi economico-finanziaria, soprattutto grazie alla solidità del sistema economico ma soprattutto di protezione sociale, che ha tutelato le persone che avevano perso il lavoro, e un‘Europa a bassa velocità quella dei Paesi  più deboli – solitamente quelli del Mediterraneo, fatta eccezione dell’Irlanda – che risentono fortemente della crisi ma soprattutto delle politiche di austerity, nel senso di misure molto forti nel risanamento dei conti pubblici, misure di consolidamento, di risanamento fiscale che hanno prodotto però feriti sul terreno, soprattutto in quei Paesi dove il sistema di protezione sociale è assente. Quindi prima di varare misure economiche bisogna sempre valutare l’impatto di queste sulle popolazioni a rischio maggiore. E oltretutto, non bisogna nascondere i tagli che sono stati fatti nel sociale; molti di questi riguardano spese ‘invisibili’  - sembra che nessuno se ne fosse accorto – che alla fine si riflettono nel medio e lungo periodo. Ce ne accorgiamo noi in Caritas quando aumenta il numero di persone che chiede aiuto.

D. - Come invertire allora questa tendenza, dove sono i poveri a pagare i costi più alti di politiche fallaci dei governi e delle istituzioni europee?

R. – Complessivamente, dal punto di vista economico, una grande stagione di investimenti produttivi sostenuti dalle amministrazioni dell’Unione Europea potrebbe rilanciare - in parte - sicuramente l’occupazione, soprattutto valorizzando quei settori della produttività più sociali: pensiamo all’assistenza sociale e sanitaria, al settore educativo, all’ambiente … Tutti settori in cui un forte investimento delle amministrazioni  pubbliche potrebbe anche rilanciare l’occupazione.








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